Gian Luca Marozza

20 maggio 2008

50 anni dal lancio dello Sputnik



Storia dell’aviazione
Sembra quasi impossibile che cento anni fa il volo umano fosse ancora un sogno legato al mito di Icaro, alle intuizioni di Leonardo, all’immaginazione di Jules Verne.
L’uomo – aerodinamicamente parlando – è un essere del tutto imperfetto, ma ha il vantaggio sugli uccelli – nati invece per il volo – di disporre di un cervello e di una immaginazione che gli consentono di progettare e costruire grandi macchine volanti.
La storia dell’aviazione vera e propria può iniziare con i velivoli più leggeri dell’aria: la macchina aerostatica con passeggeri si alza dal suolo a Parigi nel 1783, e l’anno successivo nasce l’aviazione militare, operativa nel corso della rivoluzione francese, nel periodo napoleonico e nella guerra di secessione americana, soprattutto con funzioni di propaganda e per fotografare dal cielo le linee nemiche.
Arriva poi il dirigibile, che si sviluppa dotando le mongolfiere di un motore, che consente spostamenti (1883), fino a che l’aereo con un passeggero viene dotato di due ali ed un’elica e il Kitty Haawk dei fratelli Wright il 17 dicembre 1903 percorre in North Carolina 36 metri in volo all’altezza di circa 3 metri, stimolando l’emulazione di francesi, inglesi ed italiani. Dai primi anni l’aviazione diventa “armata”, ossia assume carattere prevalentemente militare; nascono le prime aviazioni europee, che, però non abbandonano ancora i dirigibili. Dai raid e voli di esibizione si passa alla guerra in Libia del 1911 (un Bleirot italiano compie un volo di ricognizione con il lancio di alcune bombe a mano), al primo lancio col paracadute (1913), al volo notturno, agli idrovolanti, alle nozze tra aereo e radio, alla guerra del 1914-18, ai bombardamenti aerei, ai combattimenti, alla nascita di nuovi idoli, gli assi della guerra aerea (il leggendario Barone Rosso e Francesco Baracca).
Dal primo conflitto mondiale l’aviazione militare esce molto più matura e così l’industria che, grazie al progresso tecnologico, comincia a pensare all’aereo anche come mezzo di trasporto in tempo di pace, malgrado sia ancora grande la concorrenza dei dirigibili. Il 26 aprile 1917 viene fondata a Seattle la Boeing Company, il 22 luglio 1920 nasce la Douglas.
Nel primo dopoguerra l’aeroplano si disarma e l’aviazione di pace serve soprattutto per il trasporto della posta aerea e per l’effettuazione di raid, attraverso i quali i vari piloti si sfidano, esasperando le prestazioni del mezzo, traversando l’Atlantico, le Ande, le Alpi ed arrivando dall’Italia sino in Giappone (Arturo Ferrarin, anno 1920).
Comincia la grande corsa: gli aerei volano più veloci e più in alto, fanno il giro del mondo e si proiettano verso nuovi traguardi civili e commerciali, senza però trascurare anche in tempo di pace i possibili impieghi militari, che sono poi il modello di sviluppo per il progresso dell’aviazione.
Il dirigibile esce definitivamente di scena dopo le due tragedie del Norge di Nobile e dello Zeppelin Hindenburg del 1937 e i due trionfi dell’aereo con la trasvolata di Lindbergh e l’impresa di Italo Balbo. Già dalla guerra d’Africa orientale del 1935/6 e dalla successiva di Spagna si potevano intuire i progressi dell’aviazione militare che si prepara al nuovo conflitto mondiale, nel quale l’intervento dell’arma aerea sarà determinante su tutti i campi di battaglia, dove le flotte aeree di Usa, Gran Bretagna, Germania, Russia, Italia e Giappone si misurano a lungo.
Ma proprio negli ultimi mesi del conflitto nascono i nuovi mezzi con propulsione diversa da quella tradizionale ad elica ed è in corrispondenza con la fine della guerra che inizia l’era atomica con l’attacco al Giappone. Negli anni di guerra fredda, si conferma lo sviluppo dell’USAF e della potenza aerea sovietica ed il declino della potenza inglese. L’aviazione da trasporto ha la sua affermazione definitiva con il ponte aereo di Berlino; con la Nato si rafforzano le flotte aeree di Francia, Inghilterra ed Italia e dagli eredi dei bombardieri B29 derivano i primi giganti dell’aria, gli aerei civili con motore a reazione del dopoguerra.

Nasce l’astronautica
A parte i primi esperimenti dei razzi, a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, l’astronautica o - come preferiscono dire i russi - la cosmonautica - nasce immediatamente dopo il secondo conflitto mondiale, soprattutto per merito del lavoro del tedesco Wernher Von Braün, padre delle micidiali V-2, trasferitosi poi negli USA e divenuto responsabile del centro spaziale di Cape Canaveral. All’inizio, l’allora URSS conquistò un vantaggio che non fu solo frutto di conoscenze tecnologiche ma anche di decisioni politiche; poi gli USA colmarono il ritardo accumulato inizialmente e per primi posarono il piede sulla Luna. La storia dei primi 50 anni della cosmonautica è costellata di successi e insuccessi, in un susseguirsi vorticoso di innovazioni tecnologiche che ebbero anche una sensibile ricaduta sulla vita quotidiana.
Il 4 ottobre del 1957 dal cosmodromo di Baikonour (oggi in Kazakistan) inizia l’avventura spaziale con il lancio del primo satellite russo, mentre il secondo Sputnik porta nei cieli anche la leggendaria cagnetta Laika; seguirono poi gli americani con Explorer 1 del 1958. L’anno successivo è la volta di satelliti che già guardano alla Luna ed … oltre: i Lunik russi, mentre anche gli americani inviano nello spazio esseri viventi, due scimmiette a bordo del razzo Jupiter. Nel 1960 sono protagonisti la capsula Mercury ed il Pioneer 5. L’URSS deve registrare invece alcuni insuccessi: i cani sovietici divengono due nello Sputnik 5, ma hanno anch’essi triste sorte, mentre il 24 ottobre un R-16 esplode sulla rampa di lancio, causando (sembra) la morte di circa 200 persone. L’anno successivo vede i primi uomini in orbita terrestre, prima l’allora tenente sovietico Gagarin con la Vostok 1, poi lo statunitense Shepard con la Mercury 3 (Freedom) e Titov con la Vostok 2. Nel 1962 è la volta di Glenn con la Mercury (Friendship) e di Carpenter con la Mercury Aurora, mentre le Vostok 3 e 4 portano in orbita altri due cosmonauti russi; la Sigma 7 fa salire nello spazio Walter Schirra; è anche la volta del primo satellite per telecomunicazioni, Telstar. Le imprese si succedono rapidamente: il 1963 è l’anno della prima donna, Valentina Tereshkova con la Vostok 6; poi – nel 1965 - arriva la prima passeggiata spaziale di Leonov ed il primo volo del progetto Gemini. Nel 1966 i sovietici effettuarono il primo allunaggio morbido con la sonda Lunik 9 l’anno successivo, purtroppo, si registrano le prime tragedie astronautiche, sul versante americano, dell’Apollo e su quello sovietico della Soyuz. Finalmente, il 20 luglio del 1969 è la volta dell’uomo sulla Luna (Apollo 11) e del decollo dal nostro satellite di una navetta, mentre due anni dopo sulla Luna si passeggia con una autovettura Lunar. Sempre all’anno 1971 risale la tragedia della Soyuz 11, mentre nel 1972 la storia astronautica saluta quella che doveva essere l’ultima missione sulla Luna, Apollo 17. Nel 1973 va in orbita la prima stazione spaziale USA, lo Skylab.
Nel 1975 si stringono le prime mani tra russi e americani dopo l’aggancio tra Soyuz e Apollo. La tecnologia evolve e nel 1977 prende corpo il progetto Orbiter Space Shuttle, mentre due anni dopo l’Agenzia europea lancia Ariane e nello spazio cominciano ad andare cosmonauti di altre nazioni rispetto alle due superpotenze. Finalmente, nel 1981 lo Shuttle è in orbita terrestre; nel 1983 avviene il primo trasporto di posta spaziale e negli anni successivi vari astronauti europei volano nello spazio, anche a pagamento (1984).
L’universo diventa così molto piccolo e nel 1985 una sonda giapponese si dirige verso la cometa di Halley, ma la corsa è fermata l’anno successivo dalla distruzione del Changeller che causa la morte di sette astronauti; la sonda spaziale europea Giotto incontra la cometa di Halley e nel 1987 il primo cosmonauta malato rientra dallo spazio nella missione Soyuz TM-3. Si comincia a costruire nello spazio: nel 1989 viene inviato in orbita il secondo modulo della sovietica MIR.
La tecnologia accelera, anno dopo anno: nel 1994 il primo cosmonauta russo sale sullo Shuttle e l’anno successivo il primo americano fa parte dell’equipaggio di una Soyuz. E’ del 1997 l’incendio a bordo della MIR (fortunatamente senza gravi conseguenze), mentre il satellite americano Pathfinder vola verso Marte. Esistono veramente extraterrestri che hanno costruito i famosi canali di Schiapparelli? È acqua ghiacciata quella che imbianca i poli del pianeta? Malgrado le favolose fotografie, ancora non arrivano risposte a questi interrogativi. Nel 1998 si comincia ad assemblare la prima stazione spaziale internazionale, mentre “nonno” Glenn torna nello spazio e nel 1999 per la prima volta una donna americana, Eileen Collins, è al comando di una missione spaziale.
Comincia il 2000 e l’Italia è nello spazio con il Modulo Leonardo, mentre nel 2002 Roberto Vittori partecipa ad una missione con i russi; l’anno successivo, una nuova tragedia con sette morti sul Columbia; il 2004 è anche l’anno del primo taikonauta cinese in orbita.
Nei primi 50 anni, a partire dal lancio del primo satellite russo, è successo tutto questo e già negli anni ’70 centinaia di satelliti volteggiavano nello spazio, trasformando il mondo delle comunicazioni, mentre lo sguardo era già rivolto verso Venere, Mercurio, Giove, Marte…Cosa avverrà nei prossimi 50 anni non sappiamo, ma potremmo immaginarlo, vedendo i prodigiosi progressi della tecnologia; si pensi che se oggi chiunque può andare rapidamente dall’Europa in America, 500 anni fa il viaggio era un’impresa epocale…
“Storia Viva”, che negli ultimi anni è stata sempre attenta agli avvenimenti internazionali, pronta ad illustrarli anche con documenti postali, ha più volte dedicato fascicoli ad eventi spaziali: possiamo ricordare il n.35 dedicato al primo astronauta russo a bordo dello Shuttle, il n.103, una “sorta” di cartolina inviata dal pianeta Marte; il n.110 dedicato a Deep Impact, un proiettile spaziale che sposta la traiettoria di una cometa; il n.111 con la scoperta di tre nuovi satelliti e, infine, il n.113, dedicato alla conquista dello spazio da parte dei cinesi.

DAL CIELO ARRIVA UN BEEP BEEP
Torniamo alla storia del 4 ottobre 1957, quando un “misterioso” oggetto lanciato dai sovietici, ha cominciato a girare intorno alla terra, trasmettendo un insistente e caratteristico segnale. La nuova navicella chiamata Sputnik (in russo “compagno di strada”) aveva dimostrato che era possibile vincere la forza di gravità della Terra con razzi sufficientemente potenti derivati dagli studi di Von Braün, autore della V-2.
L’avvenimento passò inosservato a molti commentatori, che si affannarono solo a mettere in evidenzia la supremazia russa rispetto agli americani; era però evidente che l’uomo, per la prima volta, superava i confini del suo pianeta e volgeva lo sguardo verso il misterioso infinito.

Il sacrificio di Laika e la vittoria di Gagarin

A meno di un mese dall’evento spettacolare del primo Sputnik, una seconda eccezionale impresa arrivava dalla cosmonautica sovietica, con il lancio dello Sputnik 2, questa volta abitato dal primo essere vivente nello spazio: la celebre cagnetta Laika. L’uomo, prima di avventurarsi nello spazio, ha dunque mandato in avanscoperta un cane, un po’ come due secoli prima erano state messe in una mongolfiera un’anatra, un gallo ed un montone, per verificare la possibilità di vita ad alta quota. Il 3 novembre del 1957 la cagnetta Laika divenne famosa per il suo volo intorno alla Terra e la sua storia intenerirà il mondo intero, perché dopo aver vissuto per qualche tempo nel cosmo, era perita sacrificando la propria vita al progresso astronautico.

Nello step successivo toccò all’uomo sfidare il cosmo misterioso, ma prima di arrivare al giorno del debutto dovettero passare quasi quattro anni: quando arrivò il momento del primo uomo nello spazio: il problema più grande da superare fu il rientro dall’atmosfera, per il quale occorreva che l’abitacolo resistesse al calore dell’attrito con l’aria ed alla velocità di ricaduta sulla terra.
Il 12 aprile del 1961, la TASS annuncia il primo volo nello spazio di un uomo: la missione di Gagarin durerà meno di un’ora e, dopo un’orbita quasi completa, la Vostok inizierà il ritorno a terra, frenata dai retrorazzi e da un grande paracadute.
Il 20 febbraio 1962 anche l’americano John Glenn nella capsula Mercury effettua tre orbite intorno alla Terra per poi ricadere paracadutato nelle acque del mare. Nel 1963 infine è la volta della prima donna nello spazio, Valentina Tereshkova, dopo di che gli equipaggi aumentano di numero aprendo l’era dei primi appuntamenti in orbita, della costruzione delle stazioni spaziali e delle passeggiate dell’uomo nello spazio.


La rivincita degli americani e la conquista della Luna
Gli Stati Uniti non potevano sopportare i continui successi della cosmonautica sovietica, che facevano la fortuna della scalata al potere di Kruscev, quindi accelerarono i tempi della preparazione del razzo Juppiter 2 a quattro stadi ed a quattro mesi dal lancio dello Sputnik partiva la missione Explorer. La gara delle due potenze per la conquista dello spazio cambiò le abitudini dell’umanità e già negli anni ‘50 era nata la NASA (National Aeronautics and Space Administration) con stanziamenti enormi, diretta da civili, con l’incarico di coordinare tutte le attività spaziali dal centro di Houston. I lanci si moltiplicarono e tra il 1959 ed il 1960 partono da Cape Canaveral dieci tra satelliti (destinati a girare in orbita intorno al nostro pianeta) e sonde spaziali per esplorare gli spazi più lontani. L’Explorer trasmette dallo spazio le prime immagini televisive della Terra, il Tiros fotografa le formazioni nuvolose. L’uomo impegnato nella conquista dello spazio non poteva avere che come suo primo obiettivo quello di visitare almeno alcuni pianeti del sistema solare.
E la prima vittoria in questo senso fu la conquista del satellite terrestre, per la quale gli USA vinsero la corsa. Si cominciò con l’altra faccia della Luna, esplorata fotograficamente dal satellite sovietico Lunik 3.
Ma improvvisamente le quotazioni dell’astronautica americana ebbero una rivalutazione eclatante, quando la navetta statunitense allunò e per la prima volta un uomo calcò il suolo lunare. Come disse Sergio Zavoli a milioni di spettatori che seguivano in diretta televisiva l’evento, “fu un piccolo passo per l’uomo ma un enorme balzo per l’umanità”: era il 20 luglio 1969.
In seguito l’interesse venne rivolto ad altri pianeti: il primo fu Venere, per il quale dopo l’insuccesso di Venusik I, perdutosi nell’infinito, i successivi Venusik 5 e 6 raggiunsero il pianeta dove nel marzo del 1972 atterrerà il Venusik 8. Gli americani vi arrivarono solo nel febbraio del 1975; poi toccò a Marte, Mercurio e Giove.
Dunque, lo spazio è percorso da migliaia di satelliti, i cui compiti vanno dalle previsioni meteorologiche alle esplorazioni dei corpi celesti, dalle telecomunicazioni intercontinentali al reciproco controllo militare tra le due superpotenze mondiali, mentre da più parti si levano inviti all’utilizzazione pacifica dello spazio.

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