Gian Luca Marozza

18 dicembre 2006

Roma-Palermo 4-0


Una Roma frizzante straripa all’Olimpico di fronte alla terza forza del campionato, ridimensionando definitivamente il Palermo e tenendo ancora accesa la flebile fiaccola dell’incertezza su un campionato che a molti appare già segnato. Nel pomeriggio di serie A l’Inter mette pressione ai giallorossi regolando il Messina con squallida “rissetta” Giordano-Materazzi, non unico episodio deplorevole in una giornata calcistica ben poco consona al clima natalizio. Roma e Palermo danno vita fortunatamente ad una sana partita di pallone, con Spalletti che può schierare i suoi uomini migliori e Guidolin che a sorpresa (scelta tecnica o fisica?), vista l’intensa settimana dei suoi, punta sulla doppia torre Caracciolo-Amauri, ai danni di un Di Michele che non gradirà…
Inizio in forcing dei giallorossi, che chiudono il Palermo in area: al 17’ su punizione di Totti, Fontana sbaglia l’uscita ma Mexes a porta vuota centra di testa il palo: i rosanero difendono male, ma quando ripartono sembrano pericolosi, specialmente per merito delle incursioni di Simplicio; al 24’ Panucci segna di testa un gol fotocopia di quello con il Catania, ma stavolta l’arbitro Rizzoli annulla: dal replay è evidente il contemporaneo fallo reciproco di Panucci e Biava; l’annullamento ci può stare, ma la decisione costa al Palermo l’applicazione dello stesso metro di giudizio 5 minuti più tardi; Amauri insacca ma l’arbitro non convalida, non per il fuorigioco di Caracciolo ma per l’impercettibile spinta del brasiliano su Chivu: dubbio…Salgono i toni: al 38’ Doni chiude su Caracciolo, poi la Roma spreca incredibilmente il vantaggio: Fontana è attento sull’incursione di Perrotta e miracoloso su Taddei, che però spara sui piedi del portiere con un pizzico di concitazione. Al 44’ la Roma passa: Mancini si libera bene al limite e poi esplode un gran destro incrociato: la palla passa tra le gambe di un difensore ed è imprendibile per Fontana. Il Palermo ha una grande reazione d’orgoglio: Amauri si vede lo specchio chiuso da Doni e sulla mischia successiva si fa male Perrotta, che non si ripresenterà nella ripresa; Cassetti entra e Taddei si sposta al fianco di Totti. Al 6’ un gran girata con splendido movimento a liberarsi di Amauri e conclusione a fil di palo farebbe presagire la risposta del Palermo, che però si ferma qui: prima Panucci centra il palo con tiro sporcato dalla difesa, poi Pisano trattiene Taddei in area. E’ il 10’ e Totti trasforma il rigore per il 2 a 0; al 16’ Caracciolo spara fuori l’ultimo segnale di vita degli uomini di Guidolin, che si arrendono: 35’, Fontana alza splendidamente in angolo una legnata di Totti su punizione; 38’, la combinazione Mancini-Taddei spedisce Amantino verso il 3-0; 46’ il pallonetto di sinistro del capitano è deviato in porta per la quaterna; poco prima espulso Simplicio per somma di ammonizioni. Il campionato sanguina, ma non è ancora morto….

LE PAGELLE
Doni 7: niente di trascendentale, ma chiude su Caracciolo e Amauri con ottima scelta di posizione e con i tempi giusti. Gran campionato.
Panucci: 6,5: ritrova precisione e puntualità, cattiveria e discese offensive: peccato per il gol annullato. Non molla.
Chivu 6: chiusure puntuali, pur con qualche imprecisione nei disimpegni. Fa spaventare tutti quando, subito dopo l’infortunio di Perrotta rimane a terra per qualche lunghissimo secondo. Costante.
Mexes 7: riprende a macinare, stacchi di testa, anticipi eleganti, annullato Amauri anche sul piano fisico. Il riscatto dell’errore del derby non è completo solo per quel palo colto incredibilmente da mezzo metro. Sfortunato.
Tonetto 6,5: stavolta la sua corsia funziona, insieme al redivivo Amantino. Tenace.
Mancini 7: che vuol dire la testa; sembra nella prima mezz’ora che non riesca ancora ad essere lui, poi trova il gol e d’incanto ricomincia a saltare l’uomo, anzi ad ubriacarlo di finte; nel gol della doppietta ingrana una marcia in più sullo scatto che tira fuori non dal fisico ma dall’entusiasmo. Bentornato.
De Rossi 5,5: attraversa un periodo di appannamento; non ne facciamo un dramma…si riprenderà. In attesa.
Pizarro 7: quando perde un paio di palloni nel primo tempo, capiamo quanto è importante la sua posizione; purtroppo, quando il cileno sbaglia espone la squadra a ripartenze pericolosissime, ma il suo ruolo è quello e quando nel secondo tempo non perde un colpo, si capisce tutto il suo valore. Essenziale.
Taddei 6,5: anche lui torna su livelli accettabili, anche se fallisce due conclusioni che avrebbero meritato maggiore concentrazione: non dispiace quando Spalletti lo fa accentrare. Stantuffo.
Perrotta 6,5: finché rimane in campo è il solito insostituibile cursore, spina nel fianco della difesa siciliana, meriterebbe anche oggi il gol. In bocca al lupo.
Totti 7,5: ancora una prestazione superba: lampi di genio che lanciano fulminanti combinazioni quasi rugbistiche, mantiene la freddezza dal dischetto, anche se preferiremmo fosse entrata la splendida punizione piuttosto che l’autogol sul “cucchiaino”. Forma fisica strabiliante. Capocannoniere.


Cassetti: 6: un onesto lavoro sulla fascia, ma - ad onor del vero - questo giocatore personalmente ancora non convince a pieno. Da rivedere.
Virga (per Pizarro): s.v.

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11 dicembre 2006

CIAO ALBERTO


Nella notte più attesa da un tifoso romano, all’Olimpico c’è un enorme vuoto sugli spalti: è un posto solo quello di Alberto D’Aguanno, ma il buco che lascia nei ricordi della famiglia, dei colleghi e di chi lo ha seguito nel suo lavoro di professionista appare francamente incolmabile. Lo rammento cortese ed affabile in tutte le interviste, quando avvicinava il microfono alla bocca di calciatori, presidenti ed allenatori esagitati, accaldati ed inferociti dall’andamento delle partite e magicamente riusciva con un timido sorriso o con l’innata ironia o con la riconosciuta competenza a svelenire quasi sempre gli animi e ad ottenere risposte. La Roma del derby non può dedicargli né gol né vittoria, perché non ha la testa in alcuni dei suoi calciatori, non ha le gambe in altri, non ha il vigore e la cattiveria che il centrocampo biancazzurro e la sua panchina mettono sul prato dell’Olimpico.
Totti c’è, ma non ci sono i compagni che pure giocano i primi 40 minuti del match in insistito possesso di palla, a volte illudendo di poter passare, più per la costanza della manovra che per la reale pericolosità delle trame. La Lazio dimostra invece di aver preparato alla perfezione i risvolti tattici della sfida: difesa arcigna e precisa, centrocampo atletico, concentrato, che mantiene una compattezza ammirevole per 90 minuti. La partita è inizialmente in mano alla Roma, ma solo apparentemente, perché la squadra di Delio Rossi, pur bloccata dietro, manda un paio di avvisaglie in contropiede (uno di Pandev con uscita di Doni); Totti tenta di sorprendere Peruzzi al 23’ con un collo destro a spiovere e poi con un sinistro rasoterra al 38’; in mezzo Pizarro impegna ancora l’estremo difensore laziale dalla distanza al 29’; Perrotta entra in area dopo una triangolazione ubriacante ma Ledesma lo recupera in angolo; negli ultimi 5 minuti del primo tempo la Lazio imprime la svolta decisiva: Cribari svetta di testa su angolo ma Doni è miracoloso, smanacciando sulla traversa; subito dopo Ledesma pesca il jolly con un sinistro imprendibile dai 25 metri. Si intuisce che potrebbe essere un colpo troppo forte: dopo l’intervallo Mexes compie un raro errore e lancia Pandev solo davanti a Doni: comincia lo squallido teatrino di Rosetti che prima fa continuare, poi segue l’invito di Ayroldi che lo consiglia per il rigore; spunta un cartellino rosso per il portiere brasiliano, ma è ancora il guardialinee che rettifica l’arbitro per il giallo; alla fine la decisione appare equilibrata e corretta, ma il tempo che intercorre tra il fallo e la trasformazione di Oddo suona come una condanna per il direttore di gara. La Lazio sfiora i pali con conclusioni di Mauri e Rocchi; nella confusione in cui piombano i giallorossi cade prima il capitano, che comincia a litigare con giocatori avversari e arbitro (finirà con un taglio alla coscia destra, rischiando il cartellino rosso insieme a Zauri e Cribari) e poi anche il tutt’altro che impeccabile Spalletti, che si consegna alle ripartenze laziali togliendo Tonetto per Vucinic, che sbaglia subito dopo un facile controllo in area su assist di Totti. Non c’è più partita: la Roma sbilanciata ed imprecisa subisce ancora il gol di Mutarelli al 28’, dopo la traversa di Mauri. Solo Totti cerca il gol della bandiera ma Peruzzi gli chiude lo specchio della porta su gran destro al volo. Passivo pesante nella stracittadina ed in classifica, dove l’Inter vola a +7; e domenica arriva il Palermo….

LE PAGELLE
Doni 6: salva la Roma sulla deviazione aerea di Cribari con un colpo di reni magistrale, poi capitola di fronte al gran sinistro di Ledesma. Molto lavoro, ma nel complesso non comprendiamo chi rintraccia sue responsabilità sui tre gol laziali. Incolpevole.
Panucci 5: soffre abbastanza, combatte, ma con insolito disordine e sbagliando anche qualche cross di troppo. Impreciso.
Chivu 5: non è il peggiore, ma non si distingue di certo e davanti non fornisce alcun contributo. Morbido.
Mexes 5: forse è definitivamente divenuto romano, perché sembra soffrire emotivamente questo derby; regala palla a Pandev nell’episodio che chiuderà la partita ma in generale non sembra sicuro ed imperioso come sempre. Svagato.
Tonetto 5,5: qualche timida discesa, ma la sua fascia, insieme a Mancini non funziona proprio; però, quando esce, la Roma peggiora…Senza traccia.
Mancini 4,5: è arrivato il momento di scuotersi, Amantino; da troppe partite il contributo del brasiliano alla manovra giallorossa è praticamente inesistente. Oddo lo annulla ma non è tutto merito del campione del mondo. Assente.
De Rossi 5: sembra la controfigura del grande giocatore che conosciamo; qualche attenuante per le precarie condizioni fisiche, altrimenti il suo correre a vuoto e l’imprecisione in molti appoggi meriterebbero un voto inferiore. Purtroppo la sua cattiva prestazione è l’ago della bilancia del derby. Nervosissimo.
Pizarro 5,5: nel primo tempo è braccato dagli interditori avversari, ma si districa con buoni movimenti e cambi di fronte sul pressing; nella ripresa naufraga insieme ai compagni. Francobollato.
Taddei 5: ancora una partita di tanto movimento e poca gloria; entra poco nel vivo della manovra e si è dimenticato da un bel po’ come sia fatta la porta. In declino.
Perrotta 5,5: anche lui nella prima frazione gioca come sa e si inserisce con i suoi movimenti partecipando alle triangolazioni giallorosse; nella ripresa, però, è colpevolemente assente dal tabellino. Bloccato.
Totti 6: è l’unico che si accorge del derby: fa buoni movimenti, tenta di impensierire Peruzzi, lotta, tira in porta, perlomeno si arrabbia. Capitano.


Vucinic: 4,5: non riesce proprio a trovare la forma, il clima partita: non ricordiamo un gesto tecnico degno di nota in questo inizio di stagione. Preoccupante.

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04 dicembre 2006

Roma-Atalanta 2-1


La Roma strappa 3 punti che valgono oro nell’anticipo di una giornata all’insegna delle polemiche e degli errori arbitrali. Primo tempo dominato da una vivacissima Atalanta che il promettente Colantuono schiera in campo alla perfezione e che il redivivo Doni guida al vantaggio con giocate di classe ed intuizioni illuminanti. Nella ripresa, molti episodi da moviola, ma nel complesso la direzione arbitrale risulta insufficiente indipendentemente dai 2 rigori fischiati (apparsi chiari) e da quello non sanzionato per i bergamaschi (a nostro parere correttamente).
Spalletti risparmia Perrotta per Champions e derby e Montella è l’unica punta con Totti alle spalle e i giallorossi dimostrano una volta ancora di non essere in grado di cambiare assetto tattico, perché nella prima frazione la squadra non va, soffre maledettamente quel centrocampista in meno (Totti non lo è più); Mancini e Taddei davanti non sono proprio in giornata (specialmente il primo), Cassetti e Panucci sono sempre in affanno e l’Atalanta è letale nelle ripartenze. Al 19’ i nerazzurri sono già in vantaggio per merito di un’ubriacante discesa di Doni; il Doni giallorosso salva su Donati ma nulla può su Zampagna che ribatte in rete; la Roma sbanda, Doni sfiora il palo su punizione al 25’, Ferreira Pinto fa impazzire la fascia romanista e quando al 41’ supera anche Doni uscito in maniera avventata è Mexes che salva la Roma.. Nella ripresa Spalletti si arrende all’evidenza ed alla poca duttilità di alcuni dei suoi: fuori Montella per Perrotta, che cambia la partita; a dire il vero al 4’ Doni sfiora ancora il raddoppio di testa, ma poi i giallorossi salgono di tono; al 5’ Perrotta ruba il tempo ad un ingenuo Loria che lo stende strattonandolo per i pantaloncini; Totti realizza il penalty per l’1-1 e bissa al 15’ tirando due volte il rigore concesso per l’entrata fallosa sullo stesso capitano da parte di Migliaccio; nel frattempo Tonetto per l’acciaccato Panucci e Ventola per Zampagna. La Roma riacciuffa il vantaggio ma l’Atalanta non è doma e nel finale provoca più di un brivido al pubblico dell’Olimpico; al 40’ i due Doni si fronteggiano ancora: l’attaccante italiano calcia una perfetta punizione a giro, il portiere brasiliano la toglie dall’incrocio. Allo scadere Pizarro in aerea scheggia prima la palla e poi abbatte Rivalta; tecnicamente non sembra rigore ma la sfortuna ed i torti subiti nelle precedenti giornate, più che le decisioni di Pantana, accendono il nervosismo dell’Atalanta per una partita forse immeritatamente persa: Donati rimedia il rosso a tempo scaduto. La Roma rimane all’inseguimento dell’Inter e stacca ancora il Palermo. Dietro la coppia di testa comincia a farsi il vuoto…

LE PAGELLE
Doni 6,5: gran parata sull’azione che porta al vantaggio avversario e guizzo decisivo sulla punizione di Doni nel secondo tempo; tra i pali è tra i migliori portieri in circolazione; voto abbassato di mezzo punto per la “pazzia” del primo tempo, quando lascia la porta incustodita su Ferreira Pinto. Emozionante.
Cassetti 5,5: soffre terribilmente le incursioni avversarie nel primo tempo ed è anche piuttosto falloso. Non convince.
Chivu 7,5: il migliore; nel primo tempo, quando la squadra è in apnea sugli attacchi bergamaschi salva più di una situazione, uscendone fuori con classe e sicurezza. Rassicurante.
Mexes 6,5: la solita impressione di predominanza fisica e tecnica. Salvataggio decisivo già ricordato e molti aspri duelli aerei con Zampagna. Diga.
Panucci 5,5: si vede che scende in campo in condizioni non perfette e la difesa della Roma ne risente. Acciaccato.
Mancini 5: ancora una prestazione sotto tono; molte delle difficoltà giallorosse dipendono dalla sua scarsa forma e dalla sua poca propensione ai rientri. Svogliato.
De Rossi 6: anche lui gioca male senza Perrotta e se Doni a tratti fa il bello ed il cattivo tempo qualche responsabilità va data anche al grande Daniele. Solo sufficiente.
Pizarro 6,5: delle difficoltà tattiche abbiamo parlato fin troppo, ma almeno nel secondo tempo dimostra che con la consueta copertura sa ritrovare la posizione e le giocate che consentono alla Roma di non perdere terreno dall’Inter. Intelligente.
Taddei 6: non trova da qualche partita la pericolosità offensiva, ma nel secondo tempo ha il merito di sacrificarsi in ripiegamenti con dedizione ed umiltà; quella che manca sull’altra fascia. Generoso.
Totti 7: non è più un trequartista (o non lo è mai stato?); tenta un paio di volte con esito negativo il cucchiaio e poi realizza la doppietta decisiva su penalty rimanendo freddo anche in occasione della ripetizione. Cecchino.
Montella 5,5: l’aeroplanino sembra più sfortunato che colpevole; gioca in una squadra che è perfetta senza di lui, che pure è uno dei migliori attaccanti italiani in attività. Nell’occasione nella quale deve dimostrare qualcosa, trova una Roma inconcludente ed un’Atalanta perfetta. Triste.


Perrotta 7: il suo ingresso ricorda quello di Aquilani a Milano; entra e cambia la gara, coi suoi inserimenti e la sua corsa. Decisivo.
Tonetto 6,5: la Roma del secondo tempo è già un’altra cosa ma Max a nostro parere contribuisce molto a renderla più solida coi suoi 35 minuti di corsa. Utilissimo.
Vucinic: s.v.

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