Gian Luca Marozza

19 marzo 2007

Fiorentina-Roma 0-0




A Firenze davanti ai soli abbonati è il giorno dei tabù confermati e dei tabù sfatati; la Roma non riesce a vincere in trasferta nel 2007, Totti non segna al Franchi, ma i giallorossi alla trentesima giornata ottengono il loro primo 0 a 0 del campionato e la Fiorentina non va in gol in casa dopo 36 giornate. Anche l’anno scorso la Roma diede qui l’impressione di essere superiore nel gioco e nelle occasioni da rete ma ottenne un pareggio rischiando di perdere, salvata dal rarissimo gol di Cufrè; corsi e ricorsi…calcistici, dopo un primo tempo nel quale Frey para di tutto e di più agli avanti romanisti, Spalletti non riesce a ribattere alle contromosse di Prandelli, che rimodella i viola in 10 chiudendo tutti i varchi di fronte ad avversari più spenti e più distratti. In fondo una bella partita, ma la sensazione per Totti e compagni di aver lasciato due punti in terra toscana rimane.
Tra i capitolini manca solo Chivu, la Fiorentina è piuttosto offensiva con Jorgensen dall’inizio, Pazienza e Montolivo. E l’atteggiamento spregiudicato dei padroni di casa favorisce la Roma che dopo qualche titubanza iniziale entra nella difesa fiorentina con disinvoltura; Dainelli è nervoso e falloso su Totti ed al 10’ guadagna il primo giallo per un’ancata su Taddei. Al 14’ Totti indirizza un destro velenosissimo alla destra di Frey che respinge, arriva Perrotta per quello che sembra il più facile dei tap-in ma la palla colpita sporca e lenta è ancora preda del felino portierone francese: è l’inizio del 27°, fortunatissimo compleanno dell’estremo difensore viola, che al 17’ blocca a terra un sinistro di Totti splendidamente liberato da Mancini, al 19’ mette in angolo la conclusione di Amantino sul primo palo, al 31’ alza miracolosamente un colpo di testa di Perrotta indirizzato sotto la traversa e completa un primo tempo-capolavoro respingendo di piede al 40’ il tiro di Perrotta, incuneatosi in area dopo la classica triangolazione giallorossa ispirata da Taddei. A quel punto la Fiorentina è già in 10 perché Dainelli ha atterrato Totti che ripartiva in contropiede a centrocampo, meritandosi il rosso da parte dell’attento Paparesta; i viola, che si sono resi pericolosi solo con un anticipo di Toni e una discesa di Mutu, trovano - come spesso succede - un assetto tattico più equilibrato proprio in inferiorità numerica: Liverani e Jorgensen lasciano il posto a Potenza e Blasi, per un centrocampo più muscolare e coperto.
Al 35’ c’è anche il caso-moviola più interessante della domenica: Mancini segna di testa su tiro schiacciato di Taddei, ma l’arbitro annulla per “evidente” off-side: in serata è Graziano Cesari che accende le prime discussioni perché mostra Pazienza che, uscito dal campo sul cross di Tonetto, rimane oltre la linea di fondo ed è da considerarsi a tutti gli effetti in gioco, rendendo valida la posizione del brasiliano; confermato questo giudizio su Mediaset da Casarin, a tarda ora è un altro ex-arbitro, Tombolini, che dalla Rai risponde che il fuorigioco sussiste poiché il difensore viola è fuori campo non volontariamente, ma in virtù degli sviluppi naturali dell’azione: attendiamo un responso definitivo, ma la Roma comunque si spegne nella ripresa: al 4’ Pasqual scheggia il palo su punizione dal limite e lo spavento non sveglia la Roma, che pure va vicina al gol al 14’ con Mancini pescato in aera da De Rossi e al 17’, quando un’intuizione di Totti che scaglia il destro sul primo palo da fuori area trova ancora Frey attentissimo nella risposta in angolo; la Fiorentina è più convinta, la Roma non insiste e il pareggio, dopo la ripresa, appare molto meno bugiardo: l’Inter rischia di vincere il campionato già a metà aprile…



LE PAGELLE
Doni 6,5: poco lavoro per il miglior portiere del campionato; solo un paio di uscite ed una buona respinta a terra su Toni ad inizio ripresa. Sicuro.
Panucci 5,5: qualche sbavatura su Mutu, che è cliente difficile, ma non dovrebbe trovarsi solo contro Mexes nell’occasione dell’ammonizione del francese. Davanti, stavolta, sbaglia più di un cross. Appannato.
Mexes 7,5: annulla Toni senza lasciargli praticamente un solo contrasto, un solo traversone, neanche i rilanci con palla alta, sui quali il centravanti viola è costretto a sgomitare e spingere, punito da Paparesta con il sottofondo degli ingiustificati fischi del pubblico, perché il francese è sempre in regolarissimo anticipo. Fortissimo.
Ferrari 6,5: tranquillo e sicuro, con Mexes al suo fianco il terzo centrale giallorosso si conferma una validissima alternativa per Spalletti in questa fase della stagione; affidabile, infonde tranquillità ulteriore al già fortissimo reparto. Professionista.
Tonetto 7: in odor di nazionale (e la convocazione si concretizza in serata) non delude neanche a Firenze, macinando i soliti impressionanti chilometri su quella fascia e mettendo in area una buona quantità di palloni giocabili. Da premiare.
De Rossi 5,5: in condizioni fisiche non ottimali (ma questa frase ultimamente la stiamo scrivendo con preoccupante ripetitività) stringe i denti ma non inganna chi si aspetta da lui molto, ma molto di più. Bloccato dietro, rimane a fare da filtro anche in superiorità numerica e davanti mancano le sue proiezioni offensive. Acciaccato.
Pizarro 5: se la squadra non trova equilibrio e ritmo è perché il cileno subisce un passaggio a vuoto: nel primo tempo, contro gli avversari in 11 è sempre raddoppiato se non triplicato nel pressing, nella ripresa non riesce a districarsi nel caotico traffico a ridosso dell’area viola. Imbottigliato.
Mancini 6: non travolgente, mai spumeggiante, ma comunque pericoloso in un paio di sortite nelle quali è lezioso nelle conclusioni, prevedibili e telefonate che per il Frey visto oggi equivalgono a solletico. Leggerino.
Taddei 6: meno corsa rispetto alle ultime prestazioni, prova comunque qualche piroetta che rimane da applausi; è illuminante nell’occasione di Perrotta del 40’. Comunque utile.
Perrotta 7: cosa altro deve fare il nazionale giallorosso per segnare? Sbaglierà anche la ribattuta su uno di miracoli di Frey ma poi è sempre lui a guizzare imprendibile sui lanci, sui cross e si arrende solo ad uno straordinario portiere. Trottola.
Totti 7: danza sulla palla innervosendo i viola, copre e detta i passaggi oggi più dello spento Pizarro, cerca il gol di sinistro, di destro, da fuori, su punizione; con altri portieri quella magia di destro da fuori area sul primo palo avrebbe gonfiato la rete. Magistrale.


Tavano (per Mancini) 5: ancora una volta la Roma non trova alcun giovamento dai cambi. 20 minuti di anonimato. Evanescente.
Vucinic (per Perrotta) 5: 10 minuti senza rendersi utile. Deludentissimo.
Wilhelmsson (per Taddei) 5: stavolta non entra in partita. Estraneo.

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07 marzo 2007

Lione-Roma 0-2


La Roma regala finalmente ai suoi tifosi ciò che meritano: una serata indimenticabile in quel di Lione restituisce in un colpo solo il brio e la freschezza della squadra-spettacolo ammirata per larghi tratti della scorsa e della attuale stagione, il prestigio internazionale e la “calma sportiva” spesso smarriti in Europa; la banda di Spalletti gioca una partita pressoché perfetta, mix riuscitissimo di solidità difensiva, intelligenza tattica e vigoria atletica, il tutto condito da qualche passaggio illuminante del capitano e dalla incredibile samba che Mancini consegna ai posteri in occasione del secondo gol.
Lione in formazione tipo, la Roma perde nel pre-partita Panucci, che si arrende all’influenza per gettare nella mischia Cassetti. Primo tempo impeccabile: si intuisce da subito una disposizione tattica e mentale positiva; ma si vede anche un pessimo arbitro, quel Mejuto Gonzalez che sotto le vesti superficiali del deciso ed inflessibile direttore di gara, si intestardisce sui particolari per poi non vedere, indegnamente coadiuvato dai suoi collaboratori, molte, troppe cose: le gomitate di Fred e Cris, i falli di quest’ultimo che durante la gara merita perlomeno tre cartellini gialli ed invece termina regolarmente in campo il match, il gol di De Rossi al 6’, annullato per un “appoggio” veniale di Totti, un cristallino fallo da rigore di Abidal su Perrotta…. Ma la Roma di ieri sera è superiore: Cassetti soffre Malouda - che però è il migliore dei suoi - solo in fase difensiva, mentre davanti fornisce una prestazione maiuscola; al 22’ lancio di Chivu per Tonetto che si inserisce profondamente ed in precarie condizioni di equilibrio pennella di sinistro per Totti: il capitano si libera della marcatura e senza saltare indirizza di testa in rete. Il Lione prova qualche assalto ma arrivano cross prevedibili in area giallorossa, che risultano pericolosi solo per qualche disordinata mischia; Doni sbaglia una presa ma non paga dazio, Chivu e Mexes appaiono insuperabili, Pizarro supporta De Rossi con ampi ripiegamenti in copertura e davanti è spettacolo: Perrotta è fermato da un inspiegabile sbandieramento del guardialinee mentre si invola verso il raddoppio, che è solo rimandato. E’ il 44‘: Taddei vede Mancini con la coda dell’occhio ma è pressato e scarica per Totti che ha la sua stessa idea; la sventagliata innesca Amantino che ridicolizza Reveillere con due-tre secondi di interminabili finte, conclusi con dribbling secco e sinistro incontenibile all’incrocio. Nella ripresa la Roma sa che deve superare il primo quarto d’ora e trova in Doni il grande alleato: il brasiliano si conferma insuperabile, sventando nell’ordine le conclusioni di Wiltord, Junihno, Kallstrom; la Roma soffre nel momento decisivo della gara, tiene per poi ripartire più volte. Taddei spreca sull’ennesimo lampo di genio di Totti, Pizarro allarga troppo per Mancini e il terzo gol sfuma…poi è solo festa, la Roma è nell’Olimpo delle prime otto d’Europa ed aspetta di conoscere la prossima squadra che la separa dal sogno…Totti dice Milan…i grandi numeri, le statistiche, le probabilità sembrerebbero indicare un club inglese……

LE PAGELLE
Doni 7,5: due insicurezze nel primo tempo, in presa alta e su conclusione di Juninho, che l’estremo difensore giallorosso riscatta ampiamente nella ripresa: uscita bassa, il suo pezzo forte, su Wiltord, volo plastico a sventare il tiro di Juninho, miracolo su botta da fuori di Kallstrom e forse anche un tocco non visto dall’arbitro sul diagonale di Benzema; un gol in quei 15 minuti avrebbe innescato ben altro finale. Ispirato.
Cassetti 7: la febbre di Panucci lo getta nella mischia all’ultimo istante: soffre il migliore del Lione, Malouda, che lo salta spesso, ma regala nel primo tempo sprazzi di quel giocatore deciso, veloce, scoppiettante che si era visto nel Lecce. Il voto è quindi una media tra il 6 in copertura e l’8 che meriterebbe in fase offensiva specialmente nel primo tempo. Spumeggiante.
Mexes 8: torna profeta in patria, non perde un solo duello, aereo, in acrobazia, in velocità, in recupero; esce verso il limite dell’area a contrastare le conclusioni dalla distanza, non butta via una palla in appoggio, non ricorre quasi mai al fallo. Fuoriclasse.
Chivu 8,5: in Europa torna ad essere il campione che a Roma si è visto solo a tratti; attenzione, non un buon giocatore, il campione, quello dell’Ajax, quel baluardo insuperabile dei primi tempi giallorossi; il giocatore dalla velocità impressionante, forte di testa, elegante nei contrasti, tecnicamente perfetto nei lanci e nell’impostazione del gioco in ripartenza; il naso rotto ci lascia un’immagine del rumeno quasi epica, combattente vittorioso in terra francese. Superiore.
Tonetto 7: costante, regolare. Mette in cascina l’ennesima prestazione positiva, impreziosita dal cross, decisivo, per il vantaggio del capitano, che altri giocatori avrebbero spedito in tribuna. Granitico.
De Rossi 7: seppur non attraversi la migliore fase della sua stagione, il più forte centrocampista italiano sfodera una gara pressoché perfetta tatticamente, attenta, corretta, convinta. Roccioso.
Pizarro 6,5: straordinario primo tempo in copertura; l’affidabilità tattica che Spalletti ha fiutato da quando lo ha visto giocare per la prima volta è dimostrata dall’onnipresenza sugli attacchi iniziali del Lione; da destra a sinistra svaria in recupero ed in impostazione, restando più basso del solito perché la Roma tiene meno palla, scegliendo i lanci in velocità. Ma in Champions League bisogna essere perfetti ed il cartellino che rimedia a tempo scaduto, sulla linea del fallo laterale, in zona d’attacco, gli vale il voto più basso della squadra, che giocherà l’andata dei quarti, chissà contro quale “corazzata d’Europa”, senza di lui. Intelligente ed ingenuo.
Mancini 8: rivedremo per giorni quel dribbling che precede il raddoppio, con la colonna sonora che si addice ad un carnevale carioca. Ma la prestazione di Amantino è anche altro: alleggerimenti in velocità che fanno respirare nei momenti difficili, tecnica di gran lunga superiore alla media, per un calciatore che quando è in forma fisicamente e psicologicamente rappresenta l’arma segreta della Roma. Devastante.
Taddei 7,5: è uno dei punti fermi della banda Spalletti; tiene sempre in ansia gli avversari, forse spreca qualcosa nelle conclusioni, ma quando nel secondo tempo si sistema molto largo sulla fascia, a ridosso della linea del fallo laterale, regala alla platea europea numeri d’alta scuola. Agganci morbidi, piroette, Rodrigo inventa sempre qualcosa in questo calcio dove è sempre più difficile entusiasmarsi. Ballerino.
Perrotta 7: stesso discorso fatto per De Rossi; la flessione fisica c’è stata, ma la prestazione è convincente per impegno, sagacia, costanza. Sta tornando.
Totti 8: lascia la sua impronta anche in Champions, finalmente; gli amanti di calcio di tutta Europa potranno per una volta giudicare le sue aperture al volo, il suo senso della posizione sul gol, la naturalezza con la quale passa dal ruolo di trequartista a quello di centravanti d’area; ieri sera corretto, silenzioso, composto. Campione puro, moderno perché unisce alla poesia calcistica delle inarrivabili giocate la solidità fisica che gli permette di rimanere sempre in campo 90 minuti, con intensità. Totti.

Faty (per Mancini): n.g. (ma Spalletti merita il 9 per la psicologia sopraffina del cambio; secondo noi nulla di tattico, ma il tentativo di far subito recuperare fiducia al giovane francese dopo la negativa prestazione di Ascoli).

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