La Coppa Italia è della Roma: Inter-Roma 2-1
Quando Francesco Totti alza nel cielo di Milano la Coppa Italia, al Meazza la civilissima società nerazzurra permette che nel tempio del calcio milanese risuoni l’inno romanista e la felicità, pur di fronte al terzo degli obiettivi possibili in una stagione, esplode sincera e spontanea. Il trofeo, come Spalletti afferma senza timore di essere smentito è il meritato premio ad un progetto, ad una ristrutturazione economica, tecnica e di immagine, alla dedizione e alla fiducia reciproca tra mister, società e giocatori. La Roma corona due anni nei quali ha espresso il miglior gioco in Italia, non offrendo altro che una prestazione di cauto contenimento di fronte ai propositi di clamorosa rimonta dell’Inter; ma comunque è una prestazione che porta alla Coppa, con qualche paura per uno scellerato dribbling di Doni e qualche protesta di troppo di mister Mancini che poteva riservare qualcuna delle pillole di sportività elargite a fine partita per il suo comportamento tenuto durante il match, a fronte di un arbitraggio sì insufficiente, ma non certo a discapito di una o dell'altra squadra.
Tonetto è ancora in panchina e Chivu dirottato sulla fascia lascia il posto da centrale a Ferrari; Pizarro fa spazio inizialmente ad Aquilani; nell’Inter Burdisso completa la coppia centrale con Cordoba e davanti Crespo è supportato sulle fasce da Figo e Gonzalez. E la mossa dell’argentino dalla parte di Chivu e Mancini crea più di una difficoltà nel primo tempo all’assetto tattico spallettiano, perché Chivu sembra ancora non aver completamente digerito la copertura della zona laterale ed il tecnico di Certaldo deve sgolarsi per convincere Mancini a rientrare in copertura.
Al 2’ Cordoba tenta di intimidire Totti con una entrataccia da dietro e si becca un cartellino giallo che risulterà decisivo; al 4’ Stankovic indovina un delizioso pallonetto da fuori area che coglie la parte alta della traversa; al 9’ è ancora da Gonzalez che arrivano i pericoli: splendido cross in area dove Stankovic cade senza riuscire nell’incornata; le immagini televisive non riescono a chiarire se ci sia stata o meno una spinta da parte di Ferrari o Panucci; la Roma risponde solo con lunghe manovre, l’Inter è pericolosa. Al 20’ è Mexes ad immolarsi sulla conclusione a botta sicura di Gonzalez; al 26’ Vieira si arrende ad un risentimento dopo uno scontro con Aquilani e gli subentra Cruz; 5 minuti più tardi, sull’ennesimo fendente di Gonzalez Crespo spinge Ferrari ed incorna a colpo sicuro, ma Doni – al contrario dell’arbitro Morganti – è impeccabile. Al 36’ Totti si esibisce nel suo cavallo di battaglia: destro su punizione a scendere, che Toldo smanaccia via dalla porta; al 43’ gli risponde Crespo con un pezzo di bravura da campione; l’argentino va ad arpionare un cross di tacco coordinandosi per la conclusione che esce di un soffio; ultimi sussulti nel recupero quando Cruz va a deviare in rete un tiro di Crespo ma l’arbitro annulla per evidente off-side.
Dopo un burrascoso intervallo Inter di nuovo in campo nella ripresa, che prende subito un’altra piega: al 6’ Crespo punisce ancora la Roma; Mexes e Ferrari perdono la marcatura di Hernan e Doni si fa sorprendere sul suo palo dal perfetto colpo di testa. I nerazzurri ci credono, la Roma sembra un po’ più molle dietro; un errore in rinvio di Mexes precede il raddoppio di Cruz al 12’, che liberato da Figo trafigge Doni in mezzo alle gambe. Ora i giallorossi hanno paura, l’Inter getta sul campo le ultime energie della stagione, Spalletti si affida a Pizarro e toglie Aquilani. Al 15’ il nervosissimo Mancini finisce anzitempo negli spogliatoi, 4 minuti dopo Chivu fa sibilare a lato la punizione che l’immobile Toldo può solo guardare. Al 26’ la svolta: Mancini si lancia verso la porta e salta Cordoba che tocca di mano, cartellino rosso che lascia l’Inter in 10, sola contro una rimonta troppo difficile. Al 33’ ci prova Doni a ravvivare gli ultimi 15 minuti, lisciando un dribbling in disimpegno su Recoba, che però perde il passo e non trova la deviazione in porta per quello che sarebbe stato il pericolosissimo 3 a 0; al 39’ la Coppa Italia imbocca la strada della bacheca di Roma: ancora una volta per merito di Perrotta, che devia un destro incrociato di Totti per il definitivo 2 a 1; allo scadere Totti sfiora anche il pareggio con una splendida botta da lontano ma Toldo gli nega il gol deviando sulla traversa; nel recupero, a scanso di equivoci, Panucci trattiene Recoba lanciato a rete e si merita il rosso. Non c’è più tempo, Inter e Roma si dividono, con le dovute differenze, il bottino stagionale in Italia, strameritatamente e si mettono alla finestra, con animi profondamente diversi, a godersi la finale di Champions.
LE PAGELLE
Doni 5,5: non all’altezza del suo splendido campionato; miracolo su Crespo nel primo tempo, poi qualche responsabilità sui due gol e il demerito di aver tolto qualche anno di vita ai tifosi giallorossi in occasione del goffo dribbling su Recoba. Thriller.
Panucci 6,5: senza sbavature; dalla sua parte Figo è sempre un gran giocatore ed il duello è di altissima qualità; entrambi ne escono alla grande. Veterano.
Mexes 6: Crespo è una brutta gatta da pelare ed il francese deve metterci tutta la sua prestanza fisica e la sua classe per contenerlo. Più di una imprecisione nel secondo tempo, quando soffre forse per la paura del traguardo vicino. Apprensivo.
Ferrari 6,5: Matteo chiude la stagione del riscatto con l’ennesimo match senza errori; guadagna convinzione ogni partita che gioca ed al Meazza non soffre neanche dei vecchi brutti ricordi di un fallimentare campionato in maglia nerazzurra. Elegante.
Chivu 6: ancora sofferenza sulla fascia, quando deve contenere ali di ruolo; non gli manca né la velocità né l’esperienza, ma lo preferiamo centrale. Meglio nella ripresa, quando non c’è più la spina nel fianco Gonzalez. Affannato.
Aquilani 5,5: concesse le attenuanti per la lunga assenza, Alberto gioca bene solo in appoggio ma non garantisce nei momenti difficili il dinamismo e la combattività che servirebbero per arginare un centrocampo fisco e tecnico come quello dell’Inter; Spalletti lo capisce e l’entrata di Pizarro cambia le carte in tavola. Stanchissimo.
De Rossi 7: tiene la diga di centrocampo quasi da solo; è sempre presente sui molti cross e calci d’angolo che l’Inter fa spiovere in area romanista; raddoppia spesso anche su Figo, limitando conseguentemente le proiezioni offensive, comunque sempre ficcanti. Esemplare.
Taddei 6,5: ottimo primo tempo, con la sola sfortuna di trovare di fronte a lui un intramontabile Xavier Zanetti che lo frena con classe ed eleganza. Cala un po’ nella ripresa anche se supporta il capitano nelle rare ripartenze pericolose. Da’ sempre tutto.
Perrotta 7: stagione indimenticabile per l’uomo che era arrivato a Roma tra i fischi delle prestazioni iniziali, quasi incredibili ora. Campione del mondo, l’anno prossimo si fregerà anche della coccarda tricolore sulla sua maglietta giallorossa, che a fine partita è sempre zuppa di sudore. Plurititolato.
Mancini 5,5: partita scialba, svogliata, come spesso è capitato quest’anno; senza mezze misure il brasiliano, o grandi magie o non pervenuto; rimane la preoccupante sensazione, anche per il prossimo calciomercato, di un corpo un po’ staccato dal gruppo. Eppure il parere personale è sempre lo stesso: non perdiamolo. Malinconico.
Totti 7: quando colpisce la sfera con quella forza, con quell’effetto, con quella naturalezza, incanta i tifosi di calcio vero ed inorgoglisce anche Spalletti, che non ha più bisogno di spiegare a nessuno perché il capitano scende sempre in campo e non esce quasi mai prima del fischio finale. Arma letale.
Pizarro 6,5: (per Aquilani) entra e mette ordine; se l’abbiamo criticato per il gol regalato a Crespo all’andata dobbiamo dire senza ombra di dubbio che quando è mancato, la Roma ne ha sempre sofferto molto, perdendo spesso il “pallino” del gioco. Essenziale.
Tonetto s.v. (per Mancini)
Tonetto è ancora in panchina e Chivu dirottato sulla fascia lascia il posto da centrale a Ferrari; Pizarro fa spazio inizialmente ad Aquilani; nell’Inter Burdisso completa la coppia centrale con Cordoba e davanti Crespo è supportato sulle fasce da Figo e Gonzalez. E la mossa dell’argentino dalla parte di Chivu e Mancini crea più di una difficoltà nel primo tempo all’assetto tattico spallettiano, perché Chivu sembra ancora non aver completamente digerito la copertura della zona laterale ed il tecnico di Certaldo deve sgolarsi per convincere Mancini a rientrare in copertura.
Al 2’ Cordoba tenta di intimidire Totti con una entrataccia da dietro e si becca un cartellino giallo che risulterà decisivo; al 4’ Stankovic indovina un delizioso pallonetto da fuori area che coglie la parte alta della traversa; al 9’ è ancora da Gonzalez che arrivano i pericoli: splendido cross in area dove Stankovic cade senza riuscire nell’incornata; le immagini televisive non riescono a chiarire se ci sia stata o meno una spinta da parte di Ferrari o Panucci; la Roma risponde solo con lunghe manovre, l’Inter è pericolosa. Al 20’ è Mexes ad immolarsi sulla conclusione a botta sicura di Gonzalez; al 26’ Vieira si arrende ad un risentimento dopo uno scontro con Aquilani e gli subentra Cruz; 5 minuti più tardi, sull’ennesimo fendente di Gonzalez Crespo spinge Ferrari ed incorna a colpo sicuro, ma Doni – al contrario dell’arbitro Morganti – è impeccabile. Al 36’ Totti si esibisce nel suo cavallo di battaglia: destro su punizione a scendere, che Toldo smanaccia via dalla porta; al 43’ gli risponde Crespo con un pezzo di bravura da campione; l’argentino va ad arpionare un cross di tacco coordinandosi per la conclusione che esce di un soffio; ultimi sussulti nel recupero quando Cruz va a deviare in rete un tiro di Crespo ma l’arbitro annulla per evidente off-side.
Dopo un burrascoso intervallo Inter di nuovo in campo nella ripresa, che prende subito un’altra piega: al 6’ Crespo punisce ancora la Roma; Mexes e Ferrari perdono la marcatura di Hernan e Doni si fa sorprendere sul suo palo dal perfetto colpo di testa. I nerazzurri ci credono, la Roma sembra un po’ più molle dietro; un errore in rinvio di Mexes precede il raddoppio di Cruz al 12’, che liberato da Figo trafigge Doni in mezzo alle gambe. Ora i giallorossi hanno paura, l’Inter getta sul campo le ultime energie della stagione, Spalletti si affida a Pizarro e toglie Aquilani. Al 15’ il nervosissimo Mancini finisce anzitempo negli spogliatoi, 4 minuti dopo Chivu fa sibilare a lato la punizione che l’immobile Toldo può solo guardare. Al 26’ la svolta: Mancini si lancia verso la porta e salta Cordoba che tocca di mano, cartellino rosso che lascia l’Inter in 10, sola contro una rimonta troppo difficile. Al 33’ ci prova Doni a ravvivare gli ultimi 15 minuti, lisciando un dribbling in disimpegno su Recoba, che però perde il passo e non trova la deviazione in porta per quello che sarebbe stato il pericolosissimo 3 a 0; al 39’ la Coppa Italia imbocca la strada della bacheca di Roma: ancora una volta per merito di Perrotta, che devia un destro incrociato di Totti per il definitivo 2 a 1; allo scadere Totti sfiora anche il pareggio con una splendida botta da lontano ma Toldo gli nega il gol deviando sulla traversa; nel recupero, a scanso di equivoci, Panucci trattiene Recoba lanciato a rete e si merita il rosso. Non c’è più tempo, Inter e Roma si dividono, con le dovute differenze, il bottino stagionale in Italia, strameritatamente e si mettono alla finestra, con animi profondamente diversi, a godersi la finale di Champions.
LE PAGELLE
Doni 5,5: non all’altezza del suo splendido campionato; miracolo su Crespo nel primo tempo, poi qualche responsabilità sui due gol e il demerito di aver tolto qualche anno di vita ai tifosi giallorossi in occasione del goffo dribbling su Recoba. Thriller.
Panucci 6,5: senza sbavature; dalla sua parte Figo è sempre un gran giocatore ed il duello è di altissima qualità; entrambi ne escono alla grande. Veterano.
Mexes 6: Crespo è una brutta gatta da pelare ed il francese deve metterci tutta la sua prestanza fisica e la sua classe per contenerlo. Più di una imprecisione nel secondo tempo, quando soffre forse per la paura del traguardo vicino. Apprensivo.
Ferrari 6,5: Matteo chiude la stagione del riscatto con l’ennesimo match senza errori; guadagna convinzione ogni partita che gioca ed al Meazza non soffre neanche dei vecchi brutti ricordi di un fallimentare campionato in maglia nerazzurra. Elegante.
Chivu 6: ancora sofferenza sulla fascia, quando deve contenere ali di ruolo; non gli manca né la velocità né l’esperienza, ma lo preferiamo centrale. Meglio nella ripresa, quando non c’è più la spina nel fianco Gonzalez. Affannato.
Aquilani 5,5: concesse le attenuanti per la lunga assenza, Alberto gioca bene solo in appoggio ma non garantisce nei momenti difficili il dinamismo e la combattività che servirebbero per arginare un centrocampo fisco e tecnico come quello dell’Inter; Spalletti lo capisce e l’entrata di Pizarro cambia le carte in tavola. Stanchissimo.
De Rossi 7: tiene la diga di centrocampo quasi da solo; è sempre presente sui molti cross e calci d’angolo che l’Inter fa spiovere in area romanista; raddoppia spesso anche su Figo, limitando conseguentemente le proiezioni offensive, comunque sempre ficcanti. Esemplare.
Taddei 6,5: ottimo primo tempo, con la sola sfortuna di trovare di fronte a lui un intramontabile Xavier Zanetti che lo frena con classe ed eleganza. Cala un po’ nella ripresa anche se supporta il capitano nelle rare ripartenze pericolose. Da’ sempre tutto.
Perrotta 7: stagione indimenticabile per l’uomo che era arrivato a Roma tra i fischi delle prestazioni iniziali, quasi incredibili ora. Campione del mondo, l’anno prossimo si fregerà anche della coccarda tricolore sulla sua maglietta giallorossa, che a fine partita è sempre zuppa di sudore. Plurititolato.
Mancini 5,5: partita scialba, svogliata, come spesso è capitato quest’anno; senza mezze misure il brasiliano, o grandi magie o non pervenuto; rimane la preoccupante sensazione, anche per il prossimo calciomercato, di un corpo un po’ staccato dal gruppo. Eppure il parere personale è sempre lo stesso: non perdiamolo. Malinconico.
Totti 7: quando colpisce la sfera con quella forza, con quell’effetto, con quella naturalezza, incanta i tifosi di calcio vero ed inorgoglisce anche Spalletti, che non ha più bisogno di spiegare a nessuno perché il capitano scende sempre in campo e non esce quasi mai prima del fischio finale. Arma letale.
Pizarro 6,5: (per Aquilani) entra e mette ordine; se l’abbiamo criticato per il gol regalato a Crespo all’andata dobbiamo dire senza ombra di dubbio che quando è mancato, la Roma ne ha sempre sofferto molto, perdendo spesso il “pallino” del gioco. Essenziale.
Tonetto s.v. (per Mancini)