Roma-Reggina 3-0
La Roma manda in gol il quindicesimo giocatore della rosa stagionale, riprende la marcia verso una Champions League senza preliminari, con qualche certezza in più ma con tanto nervosismo, che spinge Totti a sbagliare il sesto rigore stagionale ed a litigare un po’ con tutti (Campagnolo, Aronica, l’arbitro, etc. etc.)
I giallorossi dell’ultimo periodo stentano sensibilmente a passare in vantaggio, pur giocando in costante pressione offensiva nel primo tempo: poi trovano il gol ed allora sgretolano con sicurezza gli avversari che scendono all’Olimpico.
Nella Roma cambiano gli esterni alti: Wilhelmsson e Tavano per Taddei e Mancini, Ferrari sostituisce ancora Chivu; la Reggina schiera il solo Bianchi in avanti, con Amoruso squalificato e qualche assenza di troppo rispetto alla formazione tipo.
Al 7’ il solito brivido iniziale: De Rossi sbaglia un appoggio simile a quello di mercoledì col Lione e Foggia non trova la conclusione davanti al prontissimo Doni e allo strepitoso Mexes, che recupera; la Roma si spaventa e sfiora ripetutamente il vantaggio; al 10’ Tonetto spara su Campagnolo in uscita; pochi istanti dopo un delizioso duetto Totti-Pizarro porta il cileno alla conclusione per un clamoroso palo; Pizarro è ancora pericoloso con conclusioni dalla distanza: al 24’ destro deviato sul quale si supera Campagnolo, al 44’ botta appena larga sul palo di sinistra; in mezzo, è vicino al gol il capitano: Totti impegna l’ispiratissimo portiere reggino prima con una sventola su punizione, poi in scivolata su nuova invenzione di Pizarro: nulla da fare, il duello Roma-Campagnolo è vinto nel primo tempo dell’ex portiere della primavera giallorossa.
La ripresa inizia con meno ritmo, ma mentre Spalletti si prepara a richiamare uno spento Tavano in panchina, l’ex-empolese trova il gol su una punizione sbilenca di Totti: è il 10’ e la Roma ritrova col vantaggio anche la fluidità della manovra. Totti inizia a cercare il gol con ostinazione e 5’ dopo la marcatura Tavano lascia il posto a Taddei, che ha subito un buon impatto col match, concludendo alto di pochissimo al 18’. Al 20’ è uno stacco imperioso di Mexes su calcio d’angolo a regalare il raddoppio alla Roma, festeggiato in panchina con insolito entusiasmo da Spalletti. Sembra finita, ma la Reggina ha una reazione d’orgoglio e ad evitare un finale in bilico è Doni che sfodera una serie di interventi decisivi di fronte ai quali Mazzarri non può fare altro che allargare le braccia sconsolato: uscita bassa al 22’, volo plastico su tiro dalla distanza di Amerini al 25’, deviazione con la mano di richiamo al 26’ su botta di Bianchi e per finire doppio miracolo sul colpo di testa ravvicinato di Lucarelli. Con la porta romanista chiusa, la Reggina si arrende, evita il terzo gol sull’errore dal dischetto di Totti al 39’, ma si inchina allo scadere alla triangolazione Taddei-Vucinic che porta Panucci alla quarta marcatura stagionale.
LE PAGELLE
Doni 8: continua lo strabiliante campionato di Alexander Marangon Donieber: non sbaglia praticamente nulla da mesi e in quei 10 minuti di assalti amaranto è reattivo e felino. Saracinesca.
Panucci: 7: altra grande prova di carattere, convinzione, spinta costante sulla fascia; non si ferma un attimo ed i suoi caratteristici cross di interno destro mettono sempre in ansia la difesa calabrese. Ancora un gol. Inossidabile.
Ferrari 6,5: ha trovato continuità e sicurezza; non rischia mai e anche di testa “sente” la posizione con maggiore convinzione che in passato. Recuperato.
Mexes 7,5: i 20 giorni di inattività per l’infortunio ci restituiscono intatto uno dei centrali più forti in circolazione; il suo strapotere fisico e tecnico rappresenta una vera sicurezza per la retroguardia della Roma. Perfetto.
Tonetto 6,5: Corsa e dedizione, qualche affanno causato dal compagno di fascia che lo aiuta poco, ma quando c’è la possibilità, anche un paio di azioni pericolose davanti (ma Campagnolo nega il gol anche a lui). Pimpante
Tavano 6: fuori posizione ed un po’ spaesato come esterno alto; abbandona Tonetto perché non è propenso ai recuperi difensivi, ma ha il gol nel DNA e non è poco. Fortunato.
De Rossi 6: mette in apprensione tutti con un altro disimpegno errato, che non costa il gol solo perché dietro Doni e Mexes sono molto più attenti di Daniele; il suo peso atletico c’è sempre, ma con la testa sembra ultimamente altrove. Distratto.
Pizarro 7,5: motore del centrocampo, ma motore di lusso; recupera, detta il disimpegno della difesa, imposta e negli ultimi due mesi è il più pericoloso dei suoi in fase conclusiva; meriterebbe ampiamente il gol nel primo tempo quando le sue conclusioni fanno sempre trattenere il respiro allo sconsolato mister Mazzarri. Unico neo, il fallo del primo tempo per il quale rischia qualcosa di più del giallo. Inarrestabile.
Wilhelmsson 6,5: parte piano rispetto alla vivacità delle prime apparizioni, poi trova ritmo e posizione e si propone sempre con combattività e discreta pericolosità offensiva; è un lottatore nato e sarà molto, molto utile a questa squadra. Svedese.
Perrotta 5,5: leggera fase di appannamento, che ci sta in una stagione così lunga e per un giocatore che non si è mai risparmiato; forse è vero che gli avversari hanno studiato la Roma ed hanno compreso il suo ruolo decisivo, però come contro il Lione, manca il suo apporto in fase offensiva. Impalpabile.
Totti 6: ottimo primo tempo, nel quale solo un pizzico di sfortuna e Campagnolo gli negano il gol; ma il duello continua nella ripresa ed il capitano ne esce sconfitto: voto abbassato per l’errore dal dischetto e per le ormai consuete scene di nervosismo che fanno male soprattutto alla sua immagine. Esagerato.
Taddei (per Tavano) 6,5: mezz’ora di puntuale inserimento nello scacchiere tattico di Spalletti: dopo aver fatto il terzino destro ad Empoli, nel finale ricopre anche la posizione di incursore centrale. Uomo-ovunque.
Cassetti (per Perrotta) n.g. Vucinic (per Wilhelmsson): n.g.
I giallorossi dell’ultimo periodo stentano sensibilmente a passare in vantaggio, pur giocando in costante pressione offensiva nel primo tempo: poi trovano il gol ed allora sgretolano con sicurezza gli avversari che scendono all’Olimpico.
Nella Roma cambiano gli esterni alti: Wilhelmsson e Tavano per Taddei e Mancini, Ferrari sostituisce ancora Chivu; la Reggina schiera il solo Bianchi in avanti, con Amoruso squalificato e qualche assenza di troppo rispetto alla formazione tipo.
Al 7’ il solito brivido iniziale: De Rossi sbaglia un appoggio simile a quello di mercoledì col Lione e Foggia non trova la conclusione davanti al prontissimo Doni e allo strepitoso Mexes, che recupera; la Roma si spaventa e sfiora ripetutamente il vantaggio; al 10’ Tonetto spara su Campagnolo in uscita; pochi istanti dopo un delizioso duetto Totti-Pizarro porta il cileno alla conclusione per un clamoroso palo; Pizarro è ancora pericoloso con conclusioni dalla distanza: al 24’ destro deviato sul quale si supera Campagnolo, al 44’ botta appena larga sul palo di sinistra; in mezzo, è vicino al gol il capitano: Totti impegna l’ispiratissimo portiere reggino prima con una sventola su punizione, poi in scivolata su nuova invenzione di Pizarro: nulla da fare, il duello Roma-Campagnolo è vinto nel primo tempo dell’ex portiere della primavera giallorossa.
La ripresa inizia con meno ritmo, ma mentre Spalletti si prepara a richiamare uno spento Tavano in panchina, l’ex-empolese trova il gol su una punizione sbilenca di Totti: è il 10’ e la Roma ritrova col vantaggio anche la fluidità della manovra. Totti inizia a cercare il gol con ostinazione e 5’ dopo la marcatura Tavano lascia il posto a Taddei, che ha subito un buon impatto col match, concludendo alto di pochissimo al 18’. Al 20’ è uno stacco imperioso di Mexes su calcio d’angolo a regalare il raddoppio alla Roma, festeggiato in panchina con insolito entusiasmo da Spalletti. Sembra finita, ma la Reggina ha una reazione d’orgoglio e ad evitare un finale in bilico è Doni che sfodera una serie di interventi decisivi di fronte ai quali Mazzarri non può fare altro che allargare le braccia sconsolato: uscita bassa al 22’, volo plastico su tiro dalla distanza di Amerini al 25’, deviazione con la mano di richiamo al 26’ su botta di Bianchi e per finire doppio miracolo sul colpo di testa ravvicinato di Lucarelli. Con la porta romanista chiusa, la Reggina si arrende, evita il terzo gol sull’errore dal dischetto di Totti al 39’, ma si inchina allo scadere alla triangolazione Taddei-Vucinic che porta Panucci alla quarta marcatura stagionale.
LE PAGELLE
Doni 8: continua lo strabiliante campionato di Alexander Marangon Donieber: non sbaglia praticamente nulla da mesi e in quei 10 minuti di assalti amaranto è reattivo e felino. Saracinesca.
Panucci: 7: altra grande prova di carattere, convinzione, spinta costante sulla fascia; non si ferma un attimo ed i suoi caratteristici cross di interno destro mettono sempre in ansia la difesa calabrese. Ancora un gol. Inossidabile.
Ferrari 6,5: ha trovato continuità e sicurezza; non rischia mai e anche di testa “sente” la posizione con maggiore convinzione che in passato. Recuperato.
Mexes 7,5: i 20 giorni di inattività per l’infortunio ci restituiscono intatto uno dei centrali più forti in circolazione; il suo strapotere fisico e tecnico rappresenta una vera sicurezza per la retroguardia della Roma. Perfetto.
Tonetto 6,5: Corsa e dedizione, qualche affanno causato dal compagno di fascia che lo aiuta poco, ma quando c’è la possibilità, anche un paio di azioni pericolose davanti (ma Campagnolo nega il gol anche a lui). Pimpante
Tavano 6: fuori posizione ed un po’ spaesato come esterno alto; abbandona Tonetto perché non è propenso ai recuperi difensivi, ma ha il gol nel DNA e non è poco. Fortunato.
De Rossi 6: mette in apprensione tutti con un altro disimpegno errato, che non costa il gol solo perché dietro Doni e Mexes sono molto più attenti di Daniele; il suo peso atletico c’è sempre, ma con la testa sembra ultimamente altrove. Distratto.
Pizarro 7,5: motore del centrocampo, ma motore di lusso; recupera, detta il disimpegno della difesa, imposta e negli ultimi due mesi è il più pericoloso dei suoi in fase conclusiva; meriterebbe ampiamente il gol nel primo tempo quando le sue conclusioni fanno sempre trattenere il respiro allo sconsolato mister Mazzarri. Unico neo, il fallo del primo tempo per il quale rischia qualcosa di più del giallo. Inarrestabile.
Wilhelmsson 6,5: parte piano rispetto alla vivacità delle prime apparizioni, poi trova ritmo e posizione e si propone sempre con combattività e discreta pericolosità offensiva; è un lottatore nato e sarà molto, molto utile a questa squadra. Svedese.
Perrotta 5,5: leggera fase di appannamento, che ci sta in una stagione così lunga e per un giocatore che non si è mai risparmiato; forse è vero che gli avversari hanno studiato la Roma ed hanno compreso il suo ruolo decisivo, però come contro il Lione, manca il suo apporto in fase offensiva. Impalpabile.
Totti 6: ottimo primo tempo, nel quale solo un pizzico di sfortuna e Campagnolo gli negano il gol; ma il duello continua nella ripresa ed il capitano ne esce sconfitto: voto abbassato per l’errore dal dischetto e per le ormai consuete scene di nervosismo che fanno male soprattutto alla sua immagine. Esagerato.
Taddei (per Tavano) 6,5: mezz’ora di puntuale inserimento nello scacchiere tattico di Spalletti: dopo aver fatto il terzino destro ad Empoli, nel finale ricopre anche la posizione di incursore centrale. Uomo-ovunque.
Cassetti (per Perrotta) n.g. Vucinic (per Wilhelmsson): n.g.