Gian Luca Marozza

26 febbraio 2007

Roma-Reggina 3-0


La Roma manda in gol il quindicesimo giocatore della rosa stagionale, riprende la marcia verso una Champions League senza preliminari, con qualche certezza in più ma con tanto nervosismo, che spinge Totti a sbagliare il sesto rigore stagionale ed a litigare un po’ con tutti (Campagnolo, Aronica, l’arbitro, etc. etc.)
I giallorossi dell’ultimo periodo stentano sensibilmente a passare in vantaggio, pur giocando in costante pressione offensiva nel primo tempo: poi trovano il gol ed allora sgretolano con sicurezza gli avversari che scendono all’Olimpico.
Nella Roma cambiano gli esterni alti: Wilhelmsson e Tavano per Taddei e Mancini, Ferrari sostituisce ancora Chivu; la Reggina schiera il solo Bianchi in avanti, con Amoruso squalificato e qualche assenza di troppo rispetto alla formazione tipo.
Al 7’ il solito brivido iniziale: De Rossi sbaglia un appoggio simile a quello di mercoledì col Lione e Foggia non trova la conclusione davanti al prontissimo Doni e allo strepitoso Mexes, che recupera; la Roma si spaventa e sfiora ripetutamente il vantaggio; al 10’ Tonetto spara su Campagnolo in uscita; pochi istanti dopo un delizioso duetto Totti-Pizarro porta il cileno alla conclusione per un clamoroso palo; Pizarro è ancora pericoloso con conclusioni dalla distanza: al 24’ destro deviato sul quale si supera Campagnolo, al 44’ botta appena larga sul palo di sinistra; in mezzo, è vicino al gol il capitano: Totti impegna l’ispiratissimo portiere reggino prima con una sventola su punizione, poi in scivolata su nuova invenzione di Pizarro: nulla da fare, il duello Roma-Campagnolo è vinto nel primo tempo dell’ex portiere della primavera giallorossa.
La ripresa inizia con meno ritmo, ma mentre Spalletti si prepara a richiamare uno spento Tavano in panchina, l’ex-empolese trova il gol su una punizione sbilenca di Totti: è il 10’ e la Roma ritrova col vantaggio anche la fluidità della manovra. Totti inizia a cercare il gol con ostinazione e 5’ dopo la marcatura Tavano lascia il posto a Taddei, che ha subito un buon impatto col match, concludendo alto di pochissimo al 18’. Al 20’ è uno stacco imperioso di Mexes su calcio d’angolo a regalare il raddoppio alla Roma, festeggiato in panchina con insolito entusiasmo da Spalletti. Sembra finita, ma la Reggina ha una reazione d’orgoglio e ad evitare un finale in bilico è Doni che sfodera una serie di interventi decisivi di fronte ai quali Mazzarri non può fare altro che allargare le braccia sconsolato: uscita bassa al 22’, volo plastico su tiro dalla distanza di Amerini al 25’, deviazione con la mano di richiamo al 26’ su botta di Bianchi e per finire doppio miracolo sul colpo di testa ravvicinato di Lucarelli. Con la porta romanista chiusa, la Reggina si arrende, evita il terzo gol sull’errore dal dischetto di Totti al 39’, ma si inchina allo scadere alla triangolazione Taddei-Vucinic che porta Panucci alla quarta marcatura stagionale.



LE PAGELLE
Doni 8: continua lo strabiliante campionato di Alexander Marangon Donieber: non sbaglia praticamente nulla da mesi e in quei 10 minuti di assalti amaranto è reattivo e felino. Saracinesca.
Panucci: 7: altra grande prova di carattere, convinzione, spinta costante sulla fascia; non si ferma un attimo ed i suoi caratteristici cross di interno destro mettono sempre in ansia la difesa calabrese. Ancora un gol. Inossidabile.
Ferrari 6,5: ha trovato continuità e sicurezza; non rischia mai e anche di testa “sente” la posizione con maggiore convinzione che in passato. Recuperato.
Mexes 7,5: i 20 giorni di inattività per l’infortunio ci restituiscono intatto uno dei centrali più forti in circolazione; il suo strapotere fisico e tecnico rappresenta una vera sicurezza per la retroguardia della Roma. Perfetto.
Tonetto 6,5: Corsa e dedizione, qualche affanno causato dal compagno di fascia che lo aiuta poco, ma quando c’è la possibilità, anche un paio di azioni pericolose davanti (ma Campagnolo nega il gol anche a lui). Pimpante
Tavano 6: fuori posizione ed un po’ spaesato come esterno alto; abbandona Tonetto perché non è propenso ai recuperi difensivi, ma ha il gol nel DNA e non è poco. Fortunato.
De Rossi 6: mette in apprensione tutti con un altro disimpegno errato, che non costa il gol solo perché dietro Doni e Mexes sono molto più attenti di Daniele; il suo peso atletico c’è sempre, ma con la testa sembra ultimamente altrove. Distratto.
Pizarro 7,5: motore del centrocampo, ma motore di lusso; recupera, detta il disimpegno della difesa, imposta e negli ultimi due mesi è il più pericoloso dei suoi in fase conclusiva; meriterebbe ampiamente il gol nel primo tempo quando le sue conclusioni fanno sempre trattenere il respiro allo sconsolato mister Mazzarri. Unico neo, il fallo del primo tempo per il quale rischia qualcosa di più del giallo. Inarrestabile.
Wilhelmsson 6,5: parte piano rispetto alla vivacità delle prime apparizioni, poi trova ritmo e posizione e si propone sempre con combattività e discreta pericolosità offensiva; è un lottatore nato e sarà molto, molto utile a questa squadra. Svedese.
Perrotta 5,5: leggera fase di appannamento, che ci sta in una stagione così lunga e per un giocatore che non si è mai risparmiato; forse è vero che gli avversari hanno studiato la Roma ed hanno compreso il suo ruolo decisivo, però come contro il Lione, manca il suo apporto in fase offensiva. Impalpabile.
Totti 6: ottimo primo tempo, nel quale solo un pizzico di sfortuna e Campagnolo gli negano il gol; ma il duello continua nella ripresa ed il capitano ne esce sconfitto: voto abbassato per l’errore dal dischetto e per le ormai consuete scene di nervosismo che fanno male soprattutto alla sua immagine. Esagerato.

Taddei (per Tavano) 6,5: mezz’ora di puntuale inserimento nello scacchiere tattico di Spalletti: dopo aver fatto il terzino destro ad Empoli, nel finale ricopre anche la posizione di incursore centrale. Uomo-ovunque.
Cassetti (per Perrotta) n.g. Vucinic (per Wilhelmsson): n.g.

19 febbraio 2007

Empoli-Roma 1-0


La Roma getta la maschera nonostante il Carnevale: nel tristissimo Castellani di Empoli, vuoto e risonante delle urla proficue di Gigi Cagni, i giallorossi confessano alla serie A che il campionato è veramente finito e non si dannano più di tanto l’anima per frenare la splendida cavalcata della rivelazione Empoli; le prime avvisaglie di una trasferta ingloriosa le fornisce Spalletti, che risparmia Chivu, Mexes, Mancini e Taddei e ripropone Panucci e Ferrari centrali, con Tavano e Wilhelmsson esterni alti. L’Empoli in formazione tipo attacca spazi ed avversari senza bisogno del sostegno del proprio pubblico e ad al 4’ è già in vantaggio con splendida girata in controbalzo di Pozzi su discesa e cross di Buscé; i toscani tengono sempre larghi i due esterni d’attacco ottenendo un duplice risultato: sono pericolosi su tutti i cambi di gioco orizzontali e limitano, anzi annullano le discese di Cassetti da una parte e Tonetto dall’altra. Il gioco romanista ne soffre terribilmente ma la Roma sfiora comunque il pari al 10’ con il destro di Pizarro che Balli devia da campione sul palo. Totti non è in giornata e si intuisce subito: al 18’ il sempre pericoloso Matteini si inserisce profondamente in area e Doni salva di piede; la Roma sale di tono velocizzando le ripartenze ma spesso manca l’ultimo passaggio per avvicinarsi al pareggio: al 39’ l’assist arriva da un disimpegno sbagliato della difesa avversaria ma Perrotta, rapido come un falco, trova un legno clamoroso a negargli l’ennesima marcatura. Roma sfortunata, ma non convintissima. La ripresa inizia con la squadra toscana ancora sugli scudi: pressing, corsa, organizzazione tattica ai limiti della perfezione per questa provinciale che staziona ormai stabilmente nelle zone alte della classifica; allora Spalletti si arrende e cerca di calare gli assi: entrano Taddei all’11’ e Vucinic per uno spento Totti al 20’; ma la parte iniziale della ripresa vede l’Empoli difendersi con ordine e precisione e quando volano in contropiede Vannucchi, Matteini e Buscè fanno malissimo alla difesa giallorossa, un po’ compassata; al 13’ Matteini esalta ancora le doti acrobatiche di Doni e al 24’ su botta da fuori di Buscé il portiere brasiliano si supera bloccando addirittura a terra e tenendo viva la partita.
Dopo aver rischiato il tracollo, la Roma reagisce nell’ultimo quarto d’ora: è il 31’ quando l’ex Tavano si invola in contropiede, salta Pratali e incrocia sul secondo palo ma stavolta è Balli a superarsi; dalla panchina si alza anche Mancini, ma nel concitato finale è ancora protagonista Balli, che alza in angolo al 39’ un gran colpo di testa del solito Perrotta. E quando il portiere degli azzurri è battuto, con l’Empoli in 10 per la seconda ammonizione di Tosto, la porta è salvata da Raggi che nega il gol alla conclusione a botta sicura di Vucinic.
Rimane l’impressione di un ottimo Empoli e di una Roma un po’ sfortunata ma mai padrona del gioco: ora i pensieri giallorossi sono rivolti tutti a quel sogno inconfessabile di nome Champions League…

LE PAGELLE
Doni 7: tiene in bilico il risultato nel primo e nel secondo tempo, sfoderando una respinta di piede ed un miracolo con scatto felino sulle conclusioni del povero Matteini, che forse meriterebbe il gol, per la splendida prestazione; a conti fatti è il portiere più costante della serie A. Strepitoso.
Cassetti 5: un passo indietro rispetto ai recenti progressi: trova negli esterni avversari delle gatte da pelare insidiosissime e non sembra mai in grado di arginare le discese che Gigi Cagni gli ha preparato sulla fascia. Travolto.
Ferrari 5,5: Pozzi è un giovane interessante ma il centrale giallorosso denota ancora una volta eccessiva lentezza nella marcatura: perde spesso l’uomo, non lo bracca con la cattiveria che serve in serie A, anche quando il centravanti è spalle alla porta. Timido.
Panucci 5,5: non ripete il miracolo di reinventarsi centrale: anche lui appare un po’ spaesato a fianco di Ferrari di fronte ai cambi di gioco frequenti che l’Empoli attua proprio per non dare punti di riferimento alla difesa di Spalletti. In affanno.
Tonetto 5,5: vittima anche lui dello scacchiere tattico empolese, non trova la posizione e corre sovente a vuoto. Irretito.
Wilhelmsson 6: parte benissimo, poi si spegne alla distanza, con l’attenuante di qualche guaio fisico in settimana. Nel momento migliore della Roma nel primo tempo regala alla manovra le consuete ficcanti discese e pecca solo di imprecisione e di fretta in un paio di occasioni che avrebbero potuto portare Totti e Perrotta a tu per tu con Balli. Comunque incisivo.
De Rossi 6: a tratti regge da solo il peso del centrocampo ma per questo è costretto ad inseguire gli avversari con un dispendio di energie che paga nel secondo tempo e che speriamo non si faccia sentire contro il Lione. Maratoneta.
Pizarro 5,5: in Cile per un lutto, non si allena mai in settimana e ne risente, lasciando De Rossi solo nell’impegno atletico nella linea mediana. A mezzo servizio.
Perrotta 7: è l’ultimo ad arrendersi, è sempre il primo a proporsi; giocatore completo, costante, avrebbe meritato ampiamente il gol negatogli dalla sfortuna e dall’intramontabile Balli. Ottimo.
Tavano 6,5: si intestardisce spesso nel dribbling, frequentemente prova l’azione solitaria un po’ troppo insistita, però piace l’intraprendenza e la capacità di dare profondità all’attacco; fallisce il gol dell’ex per un soffio, deve crescere ma le doti tecniche appaiono chiarissime. Brillante.
Totti 5,5: un po’ svogliato, un po’ fuori dal gioco; sembra quasi non gradire la presenza di Tavano che è meno altruista di Mancini in alcune discese del primo tempo; subisce l’aggressività dei difensori avversari, mai fallosa, e tramonta alla distanza sino alla sostituzione; mercoledì servirà tutta la sua classe contro il Lione. Deconcentrato.

Taddei (per Wilhelmsson) 6,5: appena entrato fornisce il suo solito contributo nella consueta posizione; poi, quando la Roma sfodera una spregiudicatissima trazione anteriore, finisce addirittura a fare il terzino destro, dimostrando perlomeno grande affidabilità tattica. Altruista.
Vucinic (per Totti) s.v.
Mancini (per Cassetti) s.v.

12 febbraio 2007

Roma-Parma 3-0




Il campionato riprende dopo la follia di una notte catanese, tutt’altro che un episodio isolato…ed è sempre più difficile appassionarsi a questa serie A che perde interesse ogni giorno, come un fragile muro sul quale continuano ad arrivare spallate terribili…dagli scandali estivi ai tornelli installati nottetempo, dai finti “repulisti” ai commissariamenti della FIGC… ai desolanti silenzi degli stadi vuoti… e la lista potrebbe continuare sino a fine pagina.
Il Parma che scende all’Olimpico è come molte altre squadre viste quest’anno: minuti iniziali di buona organizzazione, che spaventano una Roma contratta, poi – alla distanza – gli emiliani si sgretolano quando i ragazzi di Spalletti salgono di qualche giro.
Difesa inedita tra i giallorossi: la coppia centrale è Ferrari-Panucci, con conseguente impiego dal primo minuto di Cassetti; il Parma si presenta con Budan davanti, supportato da una coppia di trequartisti di tutto rispetto, il baby-fenomeno Rossi ed il rientrante Morfeo.
Copione già visto, qualche conclusione pericolosa da fuori area (Taddei e Totti), poi al 12’ è l’infallibile Doni che esce con grande reattività su Rossi fuori area; al 19’ discesa travolgente, aiutata da un rimpallo, di De Rossi che poi spara alto di sinistro. Solo Cassetti spaventa Bucci da fuori area (pronta la risposta del portiere veterano in angolo) e quando Perrotta dribbla bene quasi dal dischetto, la conclusione è centrale. Spalletti è furibondo per l’involuzione della manovra dei suoi, Mancini staziona a ridosso dell’area di rigore in una stranissima posizione accentrata. Ma o Spalletti sa correggere benissimo gli errori dopo l’intervallo o il Parma “non ne ha più”, perché la ripresa è dominata dalla Roma: al 5’ discesa ubriacante di Pizarro che conta i giri al cross per la testa vincente di Totti, 139° gol in serie A per l’attaccante più prolifico in attività del nostro campionato; al 21’ la Roma raddoppia con Perrotta, lanciato a rete dalla classica discesa romanista in azione corale: Totti illumina di tacco la prorompente cavalcata di Tonetto che serve in mezzo il più invitante degli assist. Il Parma è pericoloso solo con un diagonale largo di Budan al 27’; al 32’ Totti si vede respinto il colpo di testa a botta sicura dall’inossidabile Bucci, dopo una travolgente discesa del nuovo beniamino dell’Olimpico, Wilhelmsson; c’è tempo nel recupero per il terzo gol in mischia di Taddei, su azione di punizione.
Pratica Parma sbrigata…ma l’Inter non si ferma più.

LE PAGELLE
Doni 7: un solo intervento, decisivo. Nelle uscite sui piedi degli avversari lanciati verso la porta sembra quasi imperforabile. Complimenti!
Cassetti: 6,5: buona prova del laterale, che sta crescendo gara dopo gara. Attento dietro, ha vinto le iniziali timidezze davanti e prima o poi troverà anche il gol, dal momento che prova la conclusione con sempre maggiore convinzione. Spigliato.
Ferrari 6,5: il suo stile lo conosciamo: chiude gli spazi ed ha deciso finalmente di non rischiare più; quando serve spazza in fallo laterale o rinvia lungo. Sereno.
Panucci 7: giocatore maturo e completo, preciso, esperto, sempre concentrato; salva da centrale perfetto un paio di pericolose azioni nel primo tempo, chiudendo in particolare su Rossi lanciato a rete. Chi segue questa rubrica si aspetta già il giudizio finale, che ripeteremo fino alla noia. Da Nazionale.
Tonetto 7,5: Max inanella l’ennesima prestazione positiva, aggiungendo alla costanza, alla corsa, alla generosità e alla dedizione tattica, anche una incisività sulla fascia agevolata dalla inusuale posizione di Mancini. Velocissimo.
De Rossi 6,5: in ascesa rispetto a qualche dubbia prestazione degli ultimi tempi; ritrova lo smalto del giocatore decisivo e volitivo che è colonna di questa Roma; contrasti pesanti, ficcanti discese centrali. Convince.
Pizarro 7: inizio appena titubante, poi la solita prestazione che ci fa capire - se ce n’era bisogno – perché Spalletti ha insistito per affidargli le chiavi della linea mediana giallorossa. Straordinaria l’azione con cui regala a Totti l’assist del vantaggio. Sudamericano.
Mancini 5,5: è imprevedibile nel bene e nel male: un match ti delizia con classe e velocità, quello dopo ti fa imbestialire perché sembra rinunciatario e molle. Ieri – come detto – nel primo tempo “naviga” in acque non sue, quasi pestando i piedi a Totti o a Pizarro. Scelta sua o esperimento non riuscito di Spalletti? Indecifrabile.
Taddei 6,5: nel primo tempo la sua fascia è l’unica che fornisce un contributo rilevante; brasiliano atipico, perché unisce a dei colpi classici del repertorio carioca una dedizione tattica utilissima. Puntuale.
Perrotta 7: solito elastico tra attacco e centrocampo, non manca il consueto appuntamento con il gol; giocatore di straordinario rendimento complessivo. Indispensabile
Totti 7: 139 gol nella massima serie, tutti in giallorosso, sono un biglietto da visita che non ha bisogno di altre referenze. Unico.

Wilhelmsson (per Mancini) 7: per lui anche 15 minuti bastano. Entra in campo con una professionalità ed una vivacità che gli valgono gli applausi di tutto lo stadio. Bella sorpresa.
Tavano (per Totti): n.g.
Rosi (per Perrotta): n.g.

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01 febbraio 2007

Roma-Milan 3-1


La Roma vola verso la terza sfida consecutiva con l’Inter per aggiudicarsi la Coppa Italia, stende un Milan traballante in difesa e riconquista anche Amantino Mancini, uscito nel secondo tempo sotto applausi scroscianti, di affetto e tifo. Stagione particolare, questa, per le partite tra Roma e Milan; escono fuori match strani, con poco equilibrio dietro, che qualcuno definisce spettacolari, ma … non lo dite ad Ancelotti e Spalletti.
Non ce la fa Mexes e lo sostituisce Ferrari; nel Milan Gilardino è supportato in avanti dal solo Kakà. Dopo un’ incursione di Tonetto, lanciato da Totti, la Roma è in vantaggio all’8’, ed il gesto che Ancelotti dedica alla sua difesa dalla panchina è molto indicativo; Costacurta è in anticipo comodo sulla palla ma indirizza in scivolata verso Dida, che però ha già fatto un mezzo passo in avanti, fatale, perché Mancini è il più veloce per spingere in porta l’1-0. Il Milan reagisce: serie di calci d’angolo per i rossoneri, su uno di questi Ambrosini impegna Curci nella deviazione non facile. Ma al 18’ Jankulowski penetra nella retroguardia giallorossa come fosse burro e lancia in porta Gilardino; destro atipico, a metà fra la punta e l’esterno, beffando il recupero di Chivu e l’uscita di Curci; potrebbe essere un brutto colpo ma al 23’ la difesa milanista è letteralmente imbarazzante e lascia Totti solo davanti a Dida, indecisione del capitano, mezzo miracolo di piede del portiere brasiliano, arriva Perrotta che mette tutti d’accordo e ribadisce il vantaggio romanista.
La Roma dispone agevolmente in contropiede veloce di Costacurta e compagni, il Milan impensierisce in avanti con ripetuti cross sui quali la difesa giallorossa va in apnea, lasciando per due volte la conclusione a Cafu, che ha però il difetto di non “vedere” la porta.
Inizia la ripresa, finisce la partita: Pizarro scambia sullo stretto con Totti e trafigge ancora Dida con un destro ad uscire velenosissimo; gli uomini di Spalletti potrebbero dilagare (e l’unico loro vero limite è che spesso non lo fanno): al 4’ Dida devia su destro dalla distanza di De Rossi; né Oddo (che sbaglia quasi tutti i cross) né Gattuso cambiano la dinamica del match e al 17’ Cafu stende Mancini in area. Totti risparmia Dida sparandogli addosso il quinto rigore stagionale sbagliato. Il Milan è pericoloso solo al 24’ con l’ennesimo destro incrociato sul fondo di Cafu; per il resto, la Roma grazia ancora gli avversari, con Mancini che fallisce un comodo aggancio in area al 25’, con Panucci che gira al volo cogliendo la traversa. La giornata no del Milan si concretizza a 10 minuti dal termine, quando l’ultima speranza di rimonta, l’imprevedibile Inzaghi, si fa male appena entrato e lascia i suoi in 10. Inter-Roma...la sfida continua.


LE PAGELLE
Curci 6: da rivedere sul gol di Gilardino: la traiettoria sembra quasi deviata o colpita sporca, però il giovane portiere romanista va giù un po’ troppo presto. Sfortunato.
Panucci: 7: grande prova di un grande professionista, che quando gioca contro le milanesi sembra metterci sempre qualcosa in più; spinge costantemente sul suo lato, crossa con precisione ed eleganza, pesca Totti sul filo del fuorigioco in occasione del 2-1 e sfiora il gol nella ripresa. Intramontabile.
Chivu 6,5: dopo che Gilardino lo punisce al primo scatto, capisce che contro certe squadre non si può regalare proprio nulla e non concede altro agli avanti rossoneri, chiudendo in affanno solo per un risentimento muscolare. Preciso.
Ferrari 6,5: ottima prova del centrale, nelle chiusure, anche eleganti e nei disimpegni; forse qualche colpo di testa di troppo lasciato ad Ambrosini in area, ma lì si sente la mancanza di Mexes. Sicuro.
Tonetto 7: altra grande partita di sofferenza, corsa, dedizione, galoppate sulla fascia e duelli muscolari ed in velocità; arriva anche al tiro in un paio di occasioni e sicuramente è da annoverare tra le felici intuizioni di Spalletti. Ottimo acquisto.
De Rossi 6: ancora irriconoscibile per tutto il primo tempo, dove sbaglia una infinità di appoggi ed entra (incredibile, ma vero!) “morbido” su Jankulowski nell’occasione del pareggio milanista; nella ripresa recupera ritmo e convinzione, annullando nel contempo uno spento Kakà. Altalenante.
Pizarro 8: se in settimana aveva preoccupato l’ambiente con le sue dichiarazioni circa la comproprietà con l’Inter, almeno il cileno le fa seguire da una grandissima prestazione; nel calcio non contano le chiacchiere, contano le giocate di classe di David, la calma olimpica con la quale salta gli avversari, detta i tempi a centrocampo, la convinzione con la quale scaglia fendenti all’arsenico verso la porta di Dida. Da applausi.
Taddei 6,5: divide con De Rossi la marcatura di Kakà, che segue come un’ombra, placca, bracca, rischiando però ripetutamente l’ammonizione per le proteste verso i falli che gli fischia, giustamente, Rizzoli. Argento vivo.
Perrotta 7,5: c’è sempre, su qualsiasi ripartenza, su qualsiasi contropiede, che la Roma vada via con azioni che ricordano quelle “alla mano” del rugby o che arrivi un lancio lungo, tra quelli che scattano lui c’è sempre…e poi continua a segnare. Infaticabile.
Mancini 7: quando ha spazio è devastante, lo sappiamo; ha il merito di sbloccare la partita, si procura un rigore, torna ad essere la spina nel fianco delle difese avversarie e l’Olimpico lo premia con un lungo applauso al momento della sostituzione, questa volta senza polemiche. Spumeggiante.
Totti 6: partecipa alla manovra e rincorre anche il portatore di palla avversario, ma pecca di lucidità in alcune occasioni, pur dispensando i soliti lanci illuminanti in corridoi che solo lui vede; sbaglia un altro penalty…forse è il momento di ricominciare con il cucchiaio. Sprecone.

Cassetti (per Ferrari): n.g.
Wilhelmsson (per Mancini): n.g.
Faty (per Perrotta): n.g.

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