Gian Luca Marozza

30 aprile 2007

Roma-Lazio 0-0

grazie a Repubblica.it




Roma e Lazio hanno sempre il solito vizio: la paura di perdere nei confronti stracittadini prende il sopravvento ed in campo, per larghi tratti, si dimenticano i bellicosi propositi di vendetta giallorossa, così come i sogni biancocelesti di altri bagni nelle storiche fontane capitoline; ne esce un risultato ampiamente previsto e prevedibile, un quadro tattico già visto, con la Roma a tentare di fare la partita e la Lazio che la attende ed in veloci ripartenze ha spesso le migliori occasioni da rete; qualche scaramuccia di De Rossi, che è romano come Totti, che però è in condizioni fisiche talmente precarie da non avere neanche la forza di litigare. Partita tutto sommato deludente, che non riconcilia la Roma coi suoi tifosi, che infatti le regalano qualche fischio, e che fa perdere il terzo posto alla Lazio, superata da un Milan che pur in vista della semifinale col Manchester continua a viaggiare ad una media punti da scudetto.
Per la prima volta nel 2007 la Roma scende in campo con la formazione tipo, ma Totti e Tonetto sono in dubbio fino alla fine, ed il match dimostrerà che il loro recupero non era completo; la Lazio ripresenta Cribari centrale e contrappone al cileno Pizarro il connazionale Jimenez dietro le punte titolari.
Prima occasione romanista con Totti, che al 12’ non riesce a tenere basso di testa il cross di Panucci; Roma che nei primissimi minuti mette in difficoltà i biancocelesti sulla fascia di Tonetto e Mancini, Behrami non sembra in grado di frenare il brasiliano che lo punta e lo salta ripetutamente, seminando il panico ma non riuscendo mai a concretizzare; poi Delio Rossi aggiusta l’assetto laziale, chiedendo a Mudingayi di coprire e Mancini trova più traffico sulla sua fascia. Allora la Roma si ricorda della corsia di Taddei e Panucci, ed è proprio il laterale basso a salire in cattedra: Perrotta si trova a tu per tu con uno splendido Angelo Peruzzi che al 20’ gli chiude la porta in uscita; al 34’ l’eroe dell’andata, Ledesma, colpisce di collo pieno su punizione, dando l’illusione del gol allo stadio, che vede le palla rimbalzare sull’esterno della rete…qualcuno in Curva Nord festeggia per qualche secondo. Quattro minuti dopo è ancora Perrotta che sfiora il palo di testa in anticipo su gran cross di Panucci, che scodella in area più di un pallone che meriterebbe attaccanti di ruolo; al 44’ Mancini è lanciato in porta dall’unica intuizione in pallonetto di Totti, Peruzzi smanaccia e l’ennesimo lob a centro aerea di Panucci, con la porta vuota, va a pescare Taddei, che incredibilmente non riesce a coordinarsi e fa carambolare la palla fuori.
La ripresa inizia con una letale accelerazione di Rocchi che si beve la difesa romanista, lancia Mutarelli che scarica indietro per la conclusione quasi a colpo sicuro di Jimenez; ma il cileno piazza troppo la palla colpendo senza forza e prima di Doni respinge Mexes; tema tattico ancora prevedibile, possesso di palla giallorosso, la squadra di Spalletti prova a vincere la partita senza sbilanciarsi troppo; abbandonano prima Tonetto per una distorsione e poi uno spento Totti; Wilhelmsson entra bene in partita e da’ più di una preoccupazione alla difesa laziale; Taddei arretra come laterale basso, Makinwa prende il posto di un evanescente Pandev.
Le uniche emozioni le regala ancora un monumento del nostro calcio: Angelo Peruzzi, che tra il dispiacere di tutti annuncerà a fine gara il suo ritiro, neutralizza prima il destro di Mancini al 32’, poi la percussione di De Rossi (al quale viene peraltro fischiato un inesistente fuorigioco); quindi, nel recupero, l’ultima stoccata centrale di Vucinic.
Zero a zero….chi l’avrebbe detto?






LE PAGELLE

Doni 6: poco lavoro per il brasiliano, i pericoli non mancano ma la difesa lo aiuta sempre con attenzione. Un’ottima uscita bassa su Rocchi al 27’. Poco impegnato.
Panucci 6,5: buon derby di Christian, in difficoltà solo nel primo tempo su una discesa ubriacante di Rocchi; per il resto una serie impressionante, specie nella prima frazione, di traversoni insidiosi. Vivacissimo.
Mexes 7: partita senza sbavature, ritorna nuovamente ai propri, altissimi livelli, annullando le punte laziali. Perfetto.
Chivu 6.5: partita precisa anche del rumeno, che patisce qualche affanno solo quando tenta discese centrali palla al piede, che con questa Lazio sono molto pericolose. In forma.
Tonetto 6,5: finché rimane in campo, suscita anche qualche rimpianto per la sua assenza a Manchester; volitivo, deciso, sempre convincente nei cross, con lui sale di tono anche Mancini. Deve arrendersi all’ennesima botta sulla stessa caviglia. Sempre pronto.
Pizarro 5: prova scialba ed irritante, a dispetto di quanto leggiamo stamani da qualche critico che evidentemente segue poco la Roma; non trova mai l’ispirazione e la sua proverbiale capacità di tenere palla va a farsi benedire contro l’aggressività del centrocampo biancoceleste; perde palle pericolosissime che lanciano spesso potenziali occasioni avversarie. Nocivo.
De Rossi 6,5: anche se sente il derby più degli altri, stavolta l’energia è positiva; il solito grande apporto fisico, tattico e tecnico…meglio per tutti che Peruzzi gli abbia deviato quella conclusione, altrimenti staremmo qui a litigare per quella bandierina alzata inspiegabilmente. Lottatore nato.
Taddei 6: meno vivace del solito, sale solo nella fase finale del primo tempo, quando però si divora il gol del vantaggio; quando esce Tonetto va a fare l’esterno basso…come già ad Empoli. Jolly.
Perrotta 6: non è una novità che nella prima frazione sia l’attaccante più pericoloso dei giallorossi, poco fortunato in quella deviazione di testa da perfetto centravanti; nel secondo tempo cala e trova raramente l’inserimento offensivo. Alterno.
Mancini 6,5: inizio scoppiettante, funambolico, solo… poco concreto; poi una parte centrale di gara che si perde nei raddoppi frequenti del pressing laziale; Spalletti gli ricorda spesso che lo vuole laterale ma se Amantino si accentra è perché vede che il capitano non può fare il solito punto di riferimento…stavolta diamo ragione al brasiliano. Propositivo.
Totti 5,5: neanche l’enorme stima che abbiamo per l’uomo e per l’atleta può evitare l’insufficienza al capitano di questo derby; non vogliamo riaprire vecchie polemiche sul peso di Totti nella decisione della formazione, ma sull’opportunità di questa presenza concedeteci perlomeno il ragionevole dubbio. Infortunato.

Wilhelmsson 6: (per Tonetto) prende subito il ritmo, si propone, lotta, mette in difficoltà una fascia laziale che non sembra del tutto irresistibile, ma purtroppo manca nell’ultimo passaggio. Volenteroso.
Vucinic s.v. (per Totti).
Tavano s.v. (per Mancini)

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26 aprile 2007

Atalanta - Roma 2-1

Bergamo amara...

16 aprile 2007

Roma-Sampdoria 4-0

I 7 gol di Manchester bruciano ancora e se qualche curva protesta con il silenzio, chi scrive può fare altrettanto ... per gli impagabili tifosi romanisti interessati alla cronaca della "riscossa" di campionato Clicca qui

11 aprile 2007

Manchester-Roma 7-1


Sotto le luci della ribalta europea di Manchester la Roma si squaglia come neve al sole ed entra sì nella storia, ma dalla porta sbagliata, per una disfatta che rimarrà con il sapore di un marchio difficile da cancellare. E’ una di quelle ferite destinate a cicatrice, un incubo che i cuori giallorossi, così gonfi di amore, hanno subito per 80 interminabili minuti di agonia; a volte il pugilato è meno crudele del calcio e se Spalletti avesse potuto gettare la spugna, la sofferenza avrebbe avuto fine già al 45’, per i tifosi sprofondati nelle poltrone di mezzo mondo e per i coraggiosi che avevano raggiunto Manchester, ai quali corre - veloce, affettuoso, solidale – il nostro pensiero. E’ difficile l’analisi di un 7-1, è complicato trovare le responsabilità, i difetti nei singoli, ma non bisogna cadere nel disfattismo o nella tristezza, che pure aleggia stamattina in una città incredula e frastornata; in Curva ci hanno insegnato che quando tutto sembra perso…rimane la maglia e i cori “Roma Roma” che si distinguevano ieri sera già sotto il pesante passivo hanno molto da insegnare ai giocatori ed all’allenatore…
Roma che incassa la tegola dell’ultimo minuto con l’assenza di Taddei, che si blocca nel riscaldamento, Perrotta è squalificato, Tonetto infortunato ed il mister ha le mani legate per una rosa maledettamente ristretta: Wilhelmsson sulla fascia, Vucinic davanti. Anche il Manchester è in emergenza ed accanto a Rooney schiera Smith, con Giggs larghissimo sulla fascia, che sarà l’arma letale per i giallorossi.
I primi 10’ illudono: buona occupazione della metà campo inglese da parte di Totti e Vucinic, qualche tentativo velleitario dalla distanza, uno di Totti che sibila accanto al palo, nulla che possa far prevedere la tempesta che si scatena dal 10’ in poi sulla squadra capitolina; 11’, Carrick trova un buco centrale e “scucchiaia”, passateci il termine, un destro a giro neanche troppo angolato, che sorprende Doni, coperto ed immobile; la Roma compie l’imperdonabile errore di voler riacciuffare subito la gara, che invece sarebbe ancora lunga; Spalletti, che dirà di non essere riuscito a comunicare coi suoi (giustificazione non accettabile) non modifica il suicida atteggiamento degli esterni di difesa, che colpevolmente, lasciano praterie alle ali, larghissime, del Manchester. Da qui nasce la lezione tattica da riportare a casa: 18’, Chivu tenta goffamente l’intervento di sinistro quando avrebbe la comoda respinta di destro e lascia il gol a Smith; 19’, Giggs fa quello che vuole sulla propria corsia e mette in mezzo, dove Rooney, tra quattro difensori romanisti, piazza il 3-0. Gli inglesi, consapevoli della forza dei due centrali romanisti, li attirano fuori posizione esternamente e poi li colpiscono in velocità; De Rossi prova la reazione di testa al 21’, ma è un fuoco di paglia.
C.Ronaldo sale in cattedra, al 30’ sfiora il palo dopo azione personale, Carrick su angolo, va vicino al 4° gol di testa ma Doni respinge miracolosamente, poi il fenomeno portoghese dilaga in velocità e fa quaterna sul primo palo, mentre Chivu indietreggia paurosamente.
La ripresa è solo sofferenza, i Red Devils inquadrano gli angoli della porta di Doni ad ogni conclusione: C.Ronaldo fa cinquina al 49’ su ennesimo traversone basso (azione viziata da fuorigioco), e Carrick toglie le ragnatele dal sette alla sinistra di Doni al 60’. Il tiro a segno continua, con Rooney, Smith, C.Ronaldo, senza pietà, come deve essere; al 69’ De Rossi trova il gol della bandiera con splendida girata su cross teso di Totti; la disfatta si compie a 10 minuti dalla fine con il non irresistibile tiro da fuori del nuovo entrato Evra.
Il triplice fischio arriva sospiratissimo…l’avventura in Champions di questa stagione sia di incoraggiamento per lo splendido ottavo col Lione e di monito per la lezione pesantissima impartita da Sir Alex Ferguson.


LE PAGELLE

Doni 4,5: facile bocciare un portiere che subisce 7 gol, ma non ci basta vederlo seguire con lo guardo la traiettoria dell’1-0, così come non è esente da colpe né sul 4 a 0 di C.Ronaldo sul primo palo, né sul settimo gol di Evra, che rotola in porta senza troppe pretese. In bambola.
Cassetti 4: speravamo che le due-tre accelerazioni di C.Ronaldo all’Olimpico lo avessero consigliato per un atteggiamento diverso, fatto di anticipi e di pressione asfissiante sul primo controllo …così non è stato. Scriteriato.
Chivu 3,5: non si vede mai la sua esperienza internazionale; è più colpevole dei compagni di linea perché, travolto nel marasma generale, è l’unico che compie errori tecnici gravi ben precisi, in occasione del raddoppio e del quarto gol, è l’unico che non si vede mai in avanti ed è l’uomo dal quale ci saremmo attesi maggiore propensione allo sganciamento dalla posizione centrale a quella laterale, poiché quel ruolo lo ha ricoperto naturalmente in passato. Disastroso.
Mexes 4: confuso e nervoso fin dall’inizio, smarrisce la tranquillità olimpica per abbandonarsi ad inutili scaramucce sui calci piazzati, sbandate paurose nei posizionamenti; non c’è mai sui cross che tagliano l’area, inspiegabilmente. Irriconoscibile.
Panucci 4: responsabile della disfatta, perché è dalla sua parte che Giggs fa male nel primo tempo, perché spreca con traversoni affrettati le rare ripartenze e perché se c’era un uomo in campo che doveva capire la follia tattica degli sganciamenti degli esterni bassi, questo era Panucci, che tante gare ha giocato nelle coppe europee. Fantasma.
De Rossi 6: è l’unico che prova a tirare su la testa, a lottare dietro e davanti; crolla anche lui centralmente sugli inserimenti dei centrocampisti, ma è tradito dalla difesa e dal compagno Pizarro. Segna uno splendido gol e si arrende per ultimo. Onore delle armi.
Pizarro 4: se manca l’ordine, il cileno è il primo indiziato; non entra mai in partita, lascia sola allo sbando la retroguardia, non rifornisce le punte. Assente.
Wilhelmsson 5: semplicemente non pervenuto, partecipa al tracollo anche fisico del centrocampo giallorosso evidenziando una volta di più imbarazzanti limiti tecnici. Non all’altezza.
Mancini 4: avrebbe in O’Shea un birillo da saltare in ogni momento, ma dopo averlo dribblato torna indietro e si incarta da solo; deludentissima prestazione. Bocciato.
Vucinic 5: forse non fa in tempo a caricarsi, gettato nella mischia all’ultimo istante; parte bene per 10 minuti, tocchetta, dialoga con Totti, poi dopo una splendida finta scarica una ciabattata sul fondo e scompare per i restanti 80 giri di lancetta. Evanescente.
Totti 5,5: dolorante, solitario, ferito e sconfitto; dimostra di essere cresciuto solo perché non si lascia andare come in passato a reazioni che ieri, sotto il peso dei sette gol, abbiamo temuto. Non è la sera adatta per prendere per mano la squadra, ma, capitano, a parte tutto, quanto dovremo aspettare per un altro gol su punizione??? Emblematico.

Faty s.v. (per De Rossi)
Rosi s.v. (per Wilhelmsson)
Okaka s.v. (per Mancini)

10 aprile 2007

Catania-Roma 0-2



La Roma 2 supera un inguaiato Catania e soddisfa Spalletti, che non voleva si perdesse l’abitudine a giocare per vincere, pur con la partita della storia alle porte. In vista di Manchester il mister toscano risparmia 7 titolari, schierando Curci in porta, Ferrari centrale, Rosi terzino di fascia, Faty davanti alla linea difensiva, Tavano e Wilhelmsson cursori laterali, Perrotta incursore centrale e Vucinic in attacco. Senza troppi sforzi i giallorossi ottengono i 3 punti che mantengono invariate le distanze dagli arrembanti cugini della Lazio, che perlomeno danno un po’ di sale al finale di campionato. La maledizione del derby siciliano che il 2 febbraio vide la morte dell’ispettore Raciti continua colpire i rossoblu, così come il Palermo; da allora gli etnei non hanno vinto nemmeno una gara.
Il campo neutro spegne i propositi bellicosi di vendetta per il 7 a 0 dell’andata nei giocatori di Marino; in apertura la Roma soffre per l’ottima prestazione sulla fascia di Lucenti che coglie spesso impreparato il pur fuori ruolo Rosi; qualche pericolo dalle discese con cross del laterale, mai trasformate in vere occasioni da gol da un poco ispirato Spinesi; al 12’ Caserta impegna Curci da fuori. Sull’altro fronte sembra in palla Tavano, che lancia splendidamente Vucinic al 27’: tocco un po’ lezioso sull’uscita di Pantanelli, la palla non prende il giro giusto e si perde sul fondo. Al 37’ la Roma passa: Pizarro lancia lungo per Vucinic che non segue con lo sguardo la sfera che gli carambola sulla spalla; ne esce fuori un retropassaggio perfetto per Tavano che esplode un gran destro sotto la traversa. Vantaggio ottenuto col minimo sforzo.
Nella ripresa il Catania si vede vicino al baratro per un girone di ritorno disastroso e spinge sull’acceleratore contro una Roma arrendevole; ma Spinesi è in giornata no; prima Mascara chiede il rigore all’11’ dopo aver superato in pallonetto Cassetti (la moviola non toglie tutti i dubbi, anche se il tocco sul piede d’appoggio sembra esserci), poi Spinesi divora letteralmente due palle-gol di testa, spedendo prima a lato e poi sopra la traversa due facili palloni solo da spingere in porta, che ancora l’ottimo Lucenti gli recapita in area; la Roma ringrazia e sull’ennesima punizione battuta con rapidità da Perrotta, Vucinic ritrova il gol nel “suo” Via del Mare per un 2-0 facile facile.


LE PAGELLE

Curci 7: buona la prestazione del secondo di Doni, che non si è intristito per la stagione di panchina, esclusa la Coppa Italia; pronto sulle conclusioni nel primo e nel secondo tempo. Presente.
Rosi 5: che non trovi il ritmo partita si intuisce dal primo minuto; purtroppo gli capita Lucenti, l’uomo migliore del Catania, ma il giovane del vivaio giallorosso non lo prende mai e – ammonito – costringe Spalletti a toglierlo, perché rischia il rosso. Involuto.
Ferrari 6.5: si dimostra una volta di più quest’anno una valida alternativa ai due fenomeni centrali titolari; preciso ed elegante, doma tutte le palle vaganti che capitano in zona. Inappuntabile.
Mexes 5.5: conferma l’impressione di mercoledì; quella di una flessione, umana e comprensibile in una stagione così lunga e giocata ad alti livelli, ma molto, molto preoccupante in vista della “battaglia d’Inghilterra”. Svogliato.
Cassetti 6: partita di ordinaria amministrazione svolta con buon impegno. Costante.
Pizarro 6: compitino svolto senza foga; qualche passaggio errato di troppo e molta voglia di risparmiarsi. Frenato.
Perrotta 6: vivace come sempre, ma avremmo voluto qualcosina in più dall’unico giocatore che – purtroppo - a Manchester non potrà dare il suo contributo; suo comunque il merito del raddoppio. Furbo.
Wilhelmsson 6: anche lo svedese conferma le ultime prestazioni; nulla da rimproverare per l’impegno profuso, ma all’arrivo era sembrato di intuire qualcosa di meglio anche dal punto di vista della pericolosità offensiva. Gregario.
Faty 6,5: si riprende qualcosa dopo la disastrosa prestazione di Ascoli; più convinto nei movimenti e maggiormente autoritario, deve crescere ancora anche dal punto di vista fisico, che dovrebbe essere il suo forte. Confortato.
Tavano 7: la nota positiva della giornata giallorossa; punta l’uomo, duetta con Vucinic, spesso tiene palla con disinvoltura e ritrova il gol con prepotenza; di buon auspicio se il suo futuro sarò ancora sotto il cielo di Roma. Scattante.
Vucinic 6.5: ancora in rete e sono cose che ai cannonieri fanno bene, molto più dei complimenti e degli attestati di fiducia di compagni ed osservatori, fatti in allenamento. Sornione.
Mancini 6 (per Rosi): anche Amantino entrato nella ripresa, gioca a mezzo servizio e non infierisce sui siciliani, anche se nel finale trova la mani di Pantanelli su una ottima punizione calciata bassa. Al piccolo trotto.
De Rossi 6,5 (per Faty): gioca 20 minuti ma quando entra la Roma è in difficoltà sulla disperata spinta catanese; appena si piazza davanti alla difesa, il Catania non arriva più alla conclusione. Essenziale.
Panucci 6 (per Wilhelmsson): sgambatura di allenamento senza grandi difficoltà. Tranquillo.

Roma vs Manchester 2-1


Forte dell’impresa di Lione, la Roma arriva finalmente alla sfida con il Manchester United, attesa, desiderata, temuta; all’Olimpico scende quella che molti osservatori considerano la squadra più forte del momento in Europa e la città freme già da una settimana per confrontarsi con tanto blasone; Roma mai così avanti nella Coppa più prestigiosa da 23 anni; brutto il contorno, fatto di avvertimenti non proprio benevoli nei confronti dei “pericolosi” tifosi romanisti comparsi sul sito dei Red Devils, purtroppo seguiti da incidenti fuori e dentro lo stadio, che sfioreranno il caso diplomatico tra Inghilterra ed Italia.
La Roma dimostra comunque di valere la semifinale, schiacciando il Manchester per tutta la gara, sfiorando la goleada, ma dando ancor una volta l’impressione di non riuscire a finire l’avversario quando potrebbe; il Manchester, sornione ma spesso in difficoltà anche per l’inferiorità numerica prolungata, segna comunque quel gol che rende difficilissimo il ritorno all’Old Trafford per i giallorossi e mette in vetrina la straordinaria, esplosiva velocità di Cristiano Ronaldo. Squadre in formazioni comunque rimaneggiate, la Roma rinuncia a Tonetto, con Cassetti e Panucci laterali; Wilhelmsson esterno per un centrocampo che Spalletti ridisegna su Taddei e Perrotta per l’assenza di Pizarro; Manchester con i difensori contati, vista la contemporanea assenza di Silvestre, Gary Neville e Vidic.
Partenza veemente della Roma che spreca in avvio un paio di occasioni in mischia, con Panucci che vede sbucare la palla all’improvviso e praticamente rinvia; Totti prova a pungere Van der Saar da fuori area ma l’olandese blocca; dall’altra parte C. Ronaldo mette in mostra un paio di accelerazioni che spaventano e Doni è sicuro prima su una palla vagante su cross del portoghese e poi in uscita bassa su Rooney che brucia Mexes. Ma la Roma c’è, spinge pur senza tirare in porta con convinzione, e su un contropiede Totti si lancia al 34’ verso la porta, Scholes, già ammonito per un inutile fallo sulla corsia laterale ai danni di Cassetti, lo stende e si vende sventolare il giallo ed il rosso, colori che non dimenticherà facilmente dopo la notte dell’Olimpico; la Roma in superiorità trova il suo uomo decisivo in Taddei che corona una azione personale con rasoiata diretta all’angolino sulla quale Van der Saar risponde in angolo al 42’; dalla bandierina consueta sollecita battuta giallorossa, Mancini ubriaca O’Shea e mette in mezzo per l’accorrente Taddei che batte sporco di sinistro, doppia deviazione e l’Olimpico accompagna con un boato la palla che rotola in porta per l’1-0. Dopo l’intervallo i giocatori di Spalletti non perdono l’intensità della manovra e danno più volte la sensazione di poter passare di nuovo: Totti esplode il destro che sibila di un paio di centimetri sopra la traversa; ma che il Manchester sia una grande squadra la Roma lo capisce sulla propria pelle; C.Ronaldo prima sbuca alle spalle di un avventato tentativo di fuorigioco e non trova il pallonetto su Doni e poi al 61’ si invola imprendibile per Cassetti e Perrotta, buca la retroguardia romanista ed apre per Solskjaer che inventa un cross morbido di rara bellezza per Rooney; su di lui rientra in affanno solo De Rossi, saltato con stop di petto seguito dal tocco che fredda Doni e l’Olimpico per un pareggio pesante come un macigno.
Potrebbe essere il colpo decisivo ma la Roma reagisce e si rimette a giocare nella metà campo avversaria: azione alla mano al 66’ con passaggi rapidi dopo che Perrotta ha sradicato una palla dai piedi degli inglesi, conclude Mancini che “testa” la prontezza di Van der Saar con una sventola di destro, respinta approssimativa che cade proprio sui piedi del nuovo entrato Vucinic, che con la rapidità di un falco ribadisce in porta per il gol più importante della sua carriera. Il 2 a 1 scuote i capitolini, che spingono per assicurarsi un ritorno meno sudato, ma prima Perrotta non riesce a tenere bassa una difficile conclusione al volo di sinistro e poi Totti sfiora il palo con un altro potente destro da fuori; quando l’arbitro fischia la fine, molti giallorossi vorrebbero continuare a “lavorare” questo Manchester ai fianchi, ma la “campana” salva gli inglesi che tirano un sospiro di sollievo per aver finito in piedi il match….tutto si deciderà nella bolgia di Manchester.

LE PAGELLE
Doni 6,5: non impegnatissimo, ma quando Rooney brucia nel primo tempo Mexes, la sua uscita a testa bassa vale molto; attento anche in altre situazioni è ormai una sicurezza consolidata. Sveglio.
Panucci 6,5: equilibrato ed esperto, sa quando può scendere e quando il tema tattico consiglia di rimanere più bloccato; il pericolo pubblico n.1 in maglia rossa lo impegna ma Christian non sfigura affatto dall’alto delle sue tante sfide a questi livelli. Navigato.
Mexes 5,5: non sembri reato di lesa maestà affibbiare l’insufficienza all’angelo biondo della retroguardia romanista ma il francese è svagato e disattento, sbaglia appoggi pericolosi, si lascia scappare Rooney nell’occasione già ricordata ed, in fondo, quando parte quel contropiede maledetto, ci aspetteremmo di trovare lui in copertura centrale, non il povero De Rossi dopo una rincorsa di 40 metri. Sottotono.
Chivu 7: più attento del compagno, più deciso in copertura centrale, veloce e puntiglioso in molti contrasti. Sfiora anche il gol nel primo tempo con una punizione a giro al 5’ che meriterebbe sorte migliore. Esplosivo.
Cassetti 6,5: ancor una buona prova, nonostante gli avversari di livello internazionale che sfrecciano dalle sue parti; qualcuno lo ha criticato per l’azione dell’1 a 1 ma abbiamo già detto che le responsabilità sono da cercare altrove. Nel primo tempo strappa la palla dai piedi di Rooney dopo una progressione splendida di entrambi. In crescendo.
Wilhelmsson 5,5: si impegna sempre ma tatticamente sbaglia troppo e in quanto ad ordine e disciplina è uno svedese atipico (ecco perché è amico di Ibra). In declino.
De Rossi 7: vince il duello con il centrocampo degli inglesi, a livello muscolare, fisico, tattico e tecnico; prova qualche conclusione delle sue ma senza fortuna (in una di queste gli scivola il piede d’appoggio) ma oggi valeva più la sua prova come diga davanti alla difesa, per l’assenza del compagno Pizarro. Inesauribile.
Perrotta 6,5: solita ammirevole prestazione di attenzione tattica e generosità atletica, si propone sempre e nel primo tempo si lascia cadere in area, sentendo una gamba del difensore che lo contrasta; salterà per la conseguente ammonizione la trasferta nella “sua” Manchester, ma esce anche questa volta con la maglietta intrisa di sudore. Commovente.
Taddei 7,5: è lui in questa fase della stagione l’uomo migliore della Roma, conferma di poter giocare centralmente a grandi livelli, ed anzi da quella posizione è più pericoloso in fase conclusiva, forse anche perché il movimento - che comunque fa - lo lascia lucido al momento del tiro; oltre al gol, si inserisce splendidamente da vero centravanti anche nel secondo tempo concludendo centralmente. Standing ovation.
Mancini 7: l’unico rammarico è che nel secondo tempo faccia meno male di quanto potesse, non interamente per colpa sua; poco cercato dal capitano, che preferisce spesso la soluzione centrale o la corsia opposta, quasi per disperazione si accentra e scarica un gran destro sul secondo gol; comunque, entrambe le marcature provengono da sue invenzioni. Concreto.
Totti 6: tocca una infinità di palloni, anche perché deve sobbarcarsi il lavoro di Pizarro; nel primo tempo sbaglia molti passaggi elementari, nella ripresa è più preciso ma sfortunato nelle conclusioni; rimane l’impressione di un campione frenato dal troppo lavoro di quantità e dai guai fisici che ne mettono addirittura in dubbio la partecipazione alla partita dell’anno, il ritorno a Manchester. Stringe i denti.

Vucinic (per Wilhelmsson) 7: finalmente arriva il suo momento; trova uno splendido, fondamentale gol e non solo, perché nella ripresa manovra con sagacia molti palloni, dimostrando le sue doti tecniche di primissimo livello. Arma segreta.
Rosi (per Taddei) s.v.

06 aprile 2007

Roma-Manchester 2-1

La Roma sogna...

02 aprile 2007

Roma-Milan 1-1


All’Olimpico le due ambasciatrici italiane in Europa danno vita ad un match molto più frizzante rispetto alle malevole aspettative; la Roma è spumeggiante ed in gran forma e stavolta non si nasconde agli osservatori del Manchester, il Milan parte piano ma nella ripresa capisce che non può abbandonare le speranze di quarto posto in campionato e sfiora addirittura la clamorosa, immeritata, vittoria.

Roma che sostituisce l’affaticato Perrotta con Taddei, che stavolta Spalletti schiera centrale di centrocampo, 5° o 6 ruolo ricoperto, con merito, dal brasiliano durante la stagione; sulla fascia di Rodrigo c’è Wilhelmsson; Tonetto non recupera e gioca Cassetti, con Panucci che cambia fascia. Milan che ripresenta Nesta (che farà, al rientro dopo lunghissimo stop, una gran partita) e dietro alle punte Ronaldo e Oliveira, Ancelotti piazza Kakà e Seedorf.
Partenza fulminante dei giallorossi, che bruciano i tempi in tutti i sensi, battendo punizioni e calci d’angolo senza attendere neanche un secondo di troppo; la tattica paga già al 4’, quando Totti dalla bandierina scarica per Mexes che ad occhi chiusi esplode un destro che si insacca sotto la traversa; all’8’ Simic di testa sfiora il palo ma la Roma è bellissima in questa fase: Totti di testa al 25’ impegna Dida che alza sopra la traversa, ancora Mexes prova la replica del gol ma una deviazione salva i rossoneri; il Milan è pericoloso solo con Oliveira, che prima non approfitta dello scivolone di Mexes in disimpegno e poi manda fuori un destro insidioso; Ronaldo prova l’incursione al 44’, contrato dalla difesa romanista.
Negli spogliatoi Ancelotti striglia a dovere i suoi, che entrano in campo finalmente convinti, con Gilardino per l’inesistente Oliveira e trascinati da Kakà, che si piazza spesso largo, guadagnano campo ed iniziativa, procurando molti pensieri alla retroguardia di Spalletti. La Roma è ancora pericolosa ma al 17’ Ronaldo ingaggia uno sprint con Cassetti, i due sbracciano e l’arbitro comanda punizione e cartellino giallo ai danni dell’esterno giallorosso. Dalla moviola appare affrettata la sanzione disciplinare e addirittura molto, molto dubbia la punizione a favore del Milan, che sull’azione pareggia: destro a giro di Pirlo, torsione da grande attaccante d’area di Gilardino e palla nel sacco. La Roma ha una reazione d’orgoglio e chiude per 5 minuti di fila il Milan, stretto d’assedio nella propria area; entra Perrotta e Totti lo invita al gol al 25’ con un magico tocco di destro, ma il nazionale è ancora freddo e spreca sopra la traversa. Mancini si trova a tu per tu con la porta avversaria ma viene contrastato al momento della conclusione. Il furore agonistico degli uomini di Spalletti è sorprendente, forse è più il pubblico a pensare al Manchester che non gli 11 in campo: mischie, tiri ribattuti, Dida esce di pugno, Perrotta svirgola la conclusione, De Rossi spara alto una bordata quasi liberatoria dopo gli incredibili rimpalli che fanno stazionare la sfera all’interno dell’area milanista.
L’ultima emozione è però dalla parte che non ti aspetti: ancora Kakà salta Cassetti sulla fascia, e innesca un contropiede letale, offrendo a Gilardino il più invitante dei palloni, solo da spingere in rete; ma per la non fortunatissima stagione del Gila un gol è anche troppo ed il piatto destro finisce a lato tra lo stupore di Doni, spettatori e compagni.
Il sussulto spegne gli ultimi minuti di una bella partita, fra due squadre che non sono nuove a dare spettacolo quest’anno (finora due vittorie per la Roma e due pareggi) e che sperano fortissimamente di incontrarsi ancora in una splendida semifinale di Champions……

LE PAGELLE
Doni 6: scarsamente impegnato, anche nella ripresa, quando il Milan spinge con maggiore pericolosità; incolpevole sul gol che Gilardino gli insacca praticamente dall’area piccola. Spettatore.
Panucci 6,5: come sempre nelle partite con le grandi tira fuori il meglio; buona prova in copertura, nel primo tempo spesso su Kakà, anche se nel finale sembra, umanamente, calare a livello fisico. Generoso.
Mexes 7: altra prestazione maiuscola del talento francese che tutta Europa invidia a Spalletti; in gol anche dalla distanza, nei primi minuti di gioco è l’attaccante più pericoloso in campo; dietro è come sempre puntuale, anche se Gilardino lo brucia sul gol. Straripante.
Chivu 6,5: al rientro l’uomo mascherato gioca una buona partita di copertura sugli avanti rossoneri. Preciso.
Cassetti 6: nel primo tempo convincente prova di spinta, di discese, di pericolosità offensiva; nella ripresa cala, ma soprattutto sembra confermare la sensazione di trovarsi molto meglio al di là che al di qua della metà del campo, perché Kakà lo salta spesso, Ronaldo lo mette in difficoltà e insomma in copertura l’ex leccese convince poco. Sbilanciato.
Wilhelmsson 6: sembra aver perso in parte lo smalto ed il mordente delle prime apparizioni; l’impegno c’è, intendiamoci, ma la precisione manca, in fase di appoggio e di conclusione. Arruffone.
De Rossi 7: è ancora una volta la Nazionale a restituirci il miglior De Rossi; la maglia azzurra fa bene a Daniele, gli dà slancio e convinzione, sprint atletico ed accortezza tattica che fanno del figlio del vivaio giallorosso uno dei migliori centrocampisti europei. Argento vivo.
Pizarro 6,5: i rimpianti per la sua assenza contro il Manchester crescono, quando vediamo la facilità con la quale il cileno salta l’uomo quasi irridendolo ed indica gli scatti dove piazzare l’appoggio. Furetto.
Taddei 7: nella prima ora di gioco è semplicemente il migliore in campo; schierato come vice-Perrotta corre per chilometri coprendo tutto il campo con incredibile dinamismo e duttilità, senza mai perdere quei colpi che ogni tanto ricordano a tutti che siamo pur sempre di fronte ad un brasiliano; tornato sulla sua corsia, non riesce a ritrovare subito le misure. Moto perpetuo.
Mancini 6: lascia solo intravedere le sue finte ubriacanti, mettendo in allarme il Milan; nella ripresa si ferma un po’, sprecando un paio di buone ripartenze. Contratto.
Totti 6,5: Inventa, ma a parte il colpo di testa del primo tempo, latita in zona gol e la Roma ne risente perché con la gran mole di gioco che produce, conclude poco in porta. Geniale ma svogliato.

Perrotta (per Wilhelmsson) 6: forse vuole strafare e getta al vento qualche buona opportunità appena entrato. Sprecone.
Vucinic (per Totti) s.v.
Tavano (per Mancini) s.v.